L’identità socio-culturale di una città è strettamente correlata alla propria storia, che lega gli abitanti e li segna, nel bene e nel male, con le proprie scelte presenti e future. Ignorare il nostro patrimonio storico-culturale non solo vuol dire mancare di rispetto a chi ci ha preceduto, bensì dimostrare di esser incapaci di saper sfruttare una risorsa che gli altri paesi del mondo ci invidiano e che di certo non lascerebbero sparire nell’anonimato.
Se pensiamo alla nostra storia, e di come essa sia caduta nel dimenticatoio, troviamo Suessula come una tra le tante dimostrazioni empiriche che questo non è un paese adatto a promuovere la cultura, sia come percorso identitario sia come fonte d’attrazione per chi percorre migliaia di kilometri e scavalca confini nazionali per raggiungere il nostro stivale.
Una città da un trascorso secolare. Fondata dagli osci,conquistata dagli etruschi, per poi diventare sotto il dominio romano una delle prime città ad ottenere il “civitas sine suffragio”. In età repubblicana divenne prima municipium, in seguito prefettura e infine colonia militare per decreto di Silla. Città famosa anche per esser stata campo di battaglia che sancì la vittoria dei romani sui sanniti.
Nonostante la distruzione da parte dei saraceni (880 d.C.), Suessula ha fatto più volte la sua comparsa, prima come sede vescovile, per poi esser utilizzata come sede del gastaldato longobardo. Successivamente nel 1778 fu costruita quella che oggi riconosciamo come “casina spinelli” per ospitare gli omonimi principi Spinelli di Scalea.
Proprio loro avviarono diverse campagne per scavare e rispolverare l’immenso patrimonio nascosto sotto quella zona trovando moltissimi reperti che poi saranno esposti stesso nella casina per formare uno dei musei più importanti della Campania dell’epoca.
Conosciamo la storia e sappiamo cosa si trova lì sotto, cosa invece abbiamo già scoperto e purtroppo anche cosa abbiamo perso.
Per quale motivo non s’investe per aprire finalmente gli scavi archeologici di Suessola? È stato dichiarato che la parte esposta dagli scavi si stratta solo di una piccola parte di ciò che potremmo trovare, addirittura gli eventuali scavi supererebbero per dimensione il famosissimo sito situato a Pompei.
Suessula porterebbe turismo, soldi e dignità ad una città oramai senza punti di riferimento culturali.
L’epicentro della Campania Felix ha bisogno di risorgere per far si che questa terra martoriata non sia più il simbolo della terra dei fuochi, bensì un luogo culturale di riferimento per la nostra penisola.
Christian Gargiulo