La politica, con le sue versioni differenti, è nata per aggregare le persone in modo da prendere decisioni utili per il benessere di tutti. Spesso, il potere che ne deriva, tende a far assumere ai vari rappresentanti un approccio possessivo e folcloristico ogni qualvolta si punzecchia i protagonisti della massima espressione di partecipazione che l’uomo potesse creare.
Nel nostro caso, attinente alle tematiche locali, il rischio di limitare la partecipazione passiva dei cittadini interessati alla vita politica della nostra città è evidente e voluto.
Il tema riguarda la trasmissione audiovisiva dello svolgimento delle attività pubbliche consiliari, ovvero l’unico strumento che permette di informare i cittadini interessati impossibilitati nel partecipare attivamente alla vita politica Acerrana.
Ancora una volta il protagonista è il presidente del consiglio comunale Andrea Piatto.
Il testo uscito dalla commissione “Statuto e regolamento” presenta varie modifiche per quanto riguarda la possibilità di trasmettere in diretta o in differita i consigli comunali. Tale documento, facendo riferimento a quello che sarà l’articolo 74 del regolamento del consiglio comunale, inizia con il precisare che il servizio per la comunicazione dovrà esser effettuato nel pieno rispetto dei principi di imparzialità, obiettività e completezza.
Chi si ritrova a leggere il comma 2 dell’art.74 potrebbe benissimo buttarsi sulla fiducia e pensare che tali principi siano una garanzia dovuta al fatto che la divulgazione delle attività consiliari servono per certificare la trasparenza pretesa dai cittadini attivi, ma purtroppo anche qui tocca contestare le azioni promosse da una maggioranza che più che proporre, impone le indicazioni calate dal “binomio” Lettieri-Piatto.
L’articolo 75 chiarisce il fatto che ad effettuare le riprese sarà solo responsabilità del comune. Le riprese audiovisive fatte da terzi dovranno esser autorizzati dal presidente del consiglio comunale Andrea Piatto. Stesso il presidente avrà l’obbligo di informare i partecipanti dell’esistenza dei partecipanti autorizzati ad effettuare le riprese. La ripresa fornita dal comune dovrà esser integrale ed obiettiva e durante gli interventi dei vari consiglieri, non saranno ammesse interruzioni. Durante l’attività consiliare, i consiglieri presenti potranno chiedere la sospensione delle riprese, previa motivazione con apposita votazione.
L’articolo 78 è rivolto alle emittenti televisive e radiofoniche che vorranno testimoniare i lavori i corso durante il consiglio comunale. Ogni richiesta per la trasmissione dovrà esser effettuata almeno 24h prima dell’inizio dei lavori consiliari. La ripresa potrà esser trasmessa in diretta e per la successiva divulgazione sarà necessario chiedere nuovamente l’autorizzazione al presidente del consiglio comunale.
La modifica del regolamento riguardante lo streaming si conclude con articolo 79, che impone il limite massimo di tre richiedenti e che il presidente può ordinare la sospensione o l’annullamento delle riprese.
La reazione dell’opposizione non si è fatta attendere, non a caso saranno presentati gli emendamenti in modo da cambiare il testo, senza però stravolgerlo. L’intenzione è quello di rimuovere gli ostacoli che impediscono la libertà di informare la cittadinanza su quanto succede all’interno della sala consiliare.
Alcuni emendamenti presentati prevedono che: Il Presidente del Consiglio Comunale, o un suo delegato, può impedire o sospendere la ripresa solo ed esclusivamente nelle seguenti ipotesi: in caso di disordini in aula; Qualora all’ordine del giorno vi sia la trattazione di argomenti in seduta segreta. Sono altresì consentite le riprese da parte di rappresentanti e/o delegati di partiti o movimento politici, salvo l’obbligo di osservanza di tutta la normativa in materia nonché del presente regolamento
In questi mesi abbiamo assistito ad infinite gaffe dei componenti della maggioranza e le riprese non sono mancate, forse per questo si è stati costretti a limitare l’utilizzo di uno strumento che dovrebbe esser libero e senza censure, anche perché i consiglieri rappresentano la cittadinanza e dovrebbero operare per gli interessi dei medesimi.
Christian Gargiulo