Al corso Vittorio Emanuele II c’è una stradina intitolata a Santolo Riemma, personaggio di cui non si conosceva l’identità. Il mistero è durato cento anni ed è stato svelato dopo attenta ricerca presso l’Archivio di Stato di Caserta. E oggi, si conosce anche la sua immagine, avendo il sottoscritto trovato il quadro che lo raffigura nella divisa di Ufficiale, riconosciuto dai suoi parenti e donato al Comune di Acerra. Santolo Riemma nacque in Acerra, in via Sottomuro, il 9 settembre 1891 da Domenico e Selvaggio Filomena, sindaco Gennaro Calzolaio. Frequentò il Seminario acerrano e la Facoltà di Medicina dell’Università Federico II. Come tanti giovani italiani, fu chiamato alle armi e visse la guerra, piena di orrori, guazzando nel fango nevoso delle trincee, lungo l’Isonzo e sul Carso. La cosiddetta guerra di posizione. Il 24 ottobre 1917, ci fu il dramma di Caporetto, la dodicesima battaglia dell’Isonzo e il gen. Cadorna fu sostituito dal gen. Diaz, che decise la ritirata strategica verso il Grappa ed il Piave, ove schierò l’VIII Armata, con il 30° Reggimento di Fanteria e la IV Compagnia, al comando del sottotenente Santolo Riemma. All’attacco degli austriaci, l’Esercito Italiano contrattaccò, costringendo i nemici a ritirarsi a Vittorio Veneto, ove furono definitivamente sconfitti e terminò la guerra, con il bollettino della vittoria di Armando Diaz. Nella seconda battaglia del Piave, il 20 giugno 1918, Santolo Riemma morì per ferite di arma da fuoco e fu sepolto a San Mauro, nel sud del Montello. I suoi resti mortali non sono mai ritornati al paese natio. A questa battaglia partecipò anche il fratello Vincenzo, che si salvò, perché gli fu ordinato dal fratello ufficiale di restare indietro, mentre lui andava all’assalto. Per il suo eroismo, fu insignito di Medaglia d’argento al Valor Militare.
Antonio Santoro