Reddito di Cittadinanza, ora progetti utili alla comunità

Il Decreto Legge n.4 del 28 gennaio 2019, convertito con modificazioni dalla Legge n.26 del 28 marzo 2019, ha introdotto il Reddito di Cittadinanza, una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari. Acerra è tra le città della provincia di Napoli con più domande accolte: infatti oltre 2.100 persone stanno percependo questa forma di beneficio.

La suddetta legge prevede che, in coerenza con le competenze professionali del beneficiario e con quelle acquisite in ambito formale, non formale e informale, nonché in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso del colloquio sostenuto presso il Centro per l’Impiego ovvero presso i servizi dei Comuni, il beneficiario è tenuto ad offrire nell’ambito del Patto per il Lavoro e del Patto per l’inclusione sociale la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere presso il Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore compatibile con le altre attività del beneficiario e comunque non inferiore al numero di otto ore settimanali, aumentabili fino a un numero massimo di 16 ore complessive settimanali, con il consenso di entrambe le parti. La partecipazione ai progetti è facoltativa per quelle persone non tenute agli obblighi connessi al RdC.

Le forme e le caratteristiche, nonché le modalità di attuazione dei progetti di cui al presente comma sono definite con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’art. 8 del d.lgs 281/97, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. I Comuni comunicano le informazioni sui progetti ad un’apposita sezione della piattaforma dedicata al RdC del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’esecuzione  delle attività e l’assolvimento degli obblighi del beneficiario sono subordinati all’attivazione dei progetti. L’avvenuto assolvimento di tali obblighi viene attestato dai Comuni tramite l’aggiornamento della piattaforma dedicata.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ha recentemente firmato il Decreto Ministeriale PUC (Progetti utili alla Comunità). Si tratta di un decreto concertato con i Comuni, che definisce l’attivazione dei lavori di pubblica utilità che i percettori del reddito di cittadinanza dovranno effettuare presso il comune di residenza. In seguito a questo atto i Comuni avranno la possibilità di avviare la progettazione e definire le attività che i beneficiari andranno a svolgere. Il percettore, impegnandosi gratuitamente in tali progetti, “ripagherà” l’investimento che lo Stato fa concedendogli il beneficio economico. Allo stesso tempo il beneficiario dovrà comunque impegnarsi nel formarsi partecipando a dei corsi finalizzati al conseguimento di una qualifica professionale, nell’attesa di ricevere proposte di lavoro dal CPI.

I progetti utili alla comunità sono gestiti direttamente dai Comuni e possono avvalersi di enti del terzo settore oppure di altri entri pubblici.  Il provvedimento, inoltre, individua anche quali sono le attività che non possono essere effettuate. Tra queste troviamo, ad esempio, le attività in sostituzione di personale dipendente dall’ente pubblico proponente o dall’ente gestore nel caso di esternalizzazione di servizi o dal soggetto del privato sociale. I percettori di RdC non possono altresì ricoprire ruoli o posizioni nell’organizzazione del soggetto proponente il progetto. È fatto divieto, inoltre, sostituire lavoratori assenti a causa di malattia, congedi parentali, ferie e altri istituti, né possono essere utilizzati per sopperire a temporanee esigenze di organico in determinati periodi di particolare intensità di lavoro. Ai Comuni sono state attribuite una serie di  competenze amministrative quali la verifica dei requisiti di soggiorno e residenza, riferita a un periodo di 10 anni di cui gli ultimi due continuativi, l’alimentazione delle banche dati e la segnalazione dei fatti suscettibili di sanzioni o decadenza del beneficio.

In ogni caso i Comuni restano un punto imprescindibile di riferimento e informazione per i cittadini, in quanto enti di maggiore prossimità, attraverso sportelli di segretariato sociale. Per far fronte ai loro compiti e favorire il rafforzamento dei servizi, il legislatore ha confermato l’attribuzione direttamente ai Comuni (che si coordinano a livello di ambito territoriale), delle risorse residue del Fondo Povertà , pari a 347 milioni per il 2019, 587 milioni per il 2020 e 615 milioni dal 2021, oltre alle risorse del Programma europeo “PON Inclusione”, che sarà riprogrammato per i prossimi anni. Recentemente sono stati approvati tre importanti provvedimenti attuativi che forniscono agli attori coinvolti e in particolare ai Comuni, gli strumenti operativi per realizzare alcuni dei fondamentali compiti loro attribuiti nell’ambito della misura: 1. Decreto contenente le Linee Guida per la definizione dei Patti per l’Inclusione sociale (Conferenza Unificata del 27 giugno 2019): costituiscono l’aggiornamento, alla luce dell’introduzione del Rdc delle precedenti linee relative alla valutazione e progettazione in ambito Rei. 2. Decreto relativo alle Piattaforme informatiche del Rdc (Conferenza Unificata del 3 luglio 2019): il decreto disciplina il funzionamento della Piattaforma per il Patto per l’inclusione sociale (presso il Ministero, destinata ai Comuni) e quella per il Patto per il lavoro (presso l’Anpal, destinata ai Centri per l’impiego).

Le piattaforme regolano lo scambio dei flussi informativi tra Comuni, Ministero, Inps, Centri per l’impiego e Anpal relativamente ai beneficiari, al fine di realizzare la governance interistituzionale della misura. In particolare, la piattaforma sociale è destinata ai flussi di dati relativi ai controlli anagrafici, ai Patti per l’inclusione e ai progetti utili alla collettività.  3. Accordo sulle modalità operative per la verifica da parte dei Comuni dei requisiti di residenza e soggiorno dei beneficiari Rdc (Conferenza Stato-Città del 4 luglio 2019): il provvedimento disciplina le modalità operative per la verifica da parte dei Comuni dei requisiti di residenza e soggiorno. Con l’emanazione di questi decreti attuativi stiamo entrando nella fase più operativa del sistema RdC, dopo aver assistito nella prima parte ad un’erogazione a pioggia dei benefici senza possibilità di effettuare controlli e di utilizzare piattaforme comuni per lo scambio di dati e informazioni.  Ricordiamo, inoltre, che i progetti di pubblica utilità hanno anche la funzione di impedire lo svolgimento di lavori in nero da parte dei cosiddetti “ furbetti del reddito”, in quanto vedrebbero impegnati i percettori del beneficio in attività  pro-collettività per un massimo di 16 ore settimanali.

Auguriamoci che quanto prima si parta  per la realizzazione di questi progetti  che vedano il coinvolgimento di gran parte degli oltre 2000 soggetti destinatari del contributo economico. In questo modo Acerra avrebbe importanti risorse umane da destinare (nell’attesa di un’offerta lavorativa ) al compimento di attività impattanti sul nostro territorio in modo assolutamente positivo.

Massimiliano Messina

Autore dell'articolo: Massimiliano Messina

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