Perchè…?

Con DPGRC 758 del 29/12/2011 si disponeva il trasferimento di risorse finanziarie in favore delle province della Campania per incentivare azioni in favore dell’ambiente. Il Comune di Acerra partecipo’ a quel bando regionale e la sua proposta progettuale entro’ in graduatoria per l’ottenimento di un contributo. Il progetto consisteva nella realizzazione delle cosiddette case dell’acqua per le quali Acerra ottenne un contributo provinciale di € 118.954 . Vennero installate 3 case dell’acqua e al termine dei lavori da quel contributo provinciale avanzo’ un residuo di 8942,58 euro. Di concerto con la Provincia si decise di utilizzare quel residuo per la realizzazione di una quarta Casa dell’acqua il cui costo risulto’ ammontare a € 40.700 IVA inclusa. Ai fini della copertura della spesa si utilizzò il residuo del contributo Provinciale e uno stanziamento dal bilancio comunale di una somma pari a 31757,40 €. Ieri mattina abbiamo girato Acerra il lungo e largo e questa, così come risulta dalle foto, è la situazione delle casette dell’acqua. Delle quattro installate solo due sono funzionanti mentre quella di via Diaz e di Piazzale Calipari non risultavano essere in funzione. Quindi l’interrogativo che ci poniamo è il seguente : perché si utilizzano fondi pubblici e poi col tempo le opere realizzate sono lasciate al loro destino ?Sempre in mattinata abbiamo riscontrato che sul territorio di Acerra tutti i riciclatori incentivanti visionati non erano in funzione, eppure questi strumenti facevano parte delle migliorie apportate dalla Tekra in sede di gara di appalto che hanno permesso alla stessa di vincere la gara per l’erogazione del servizio di igiene urbana . L’anno  scorso il sindaco Raffaele Lettieri indisse una conferenza stampa nella quale spiegava l’importanza di questi  riciclatori e l’impatto ambientale che ne potesse conseguire e, a tal fine ,fu realizzato anche un concorso a premi finalizzato ad incentivare tra la popolazione acerrana corrette abitudini tendenti a migliorare la qualità della raccolta differenziata. Anche in questo caso l’interrogativo che ci poniamo è lo stesso di prima: perché non funzionano queste macchine ?

di Massimiliano Messina

Foto: Giuseppe Russo

Autore dell'articolo: Massimiliano Messina

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