NU TURCO ACERRANO

La leggenda narra di un uomo originario di Iconio (oggi Konya, in Turchia). Si chiamava Conone, aveva alte competenze idrauliche, una moglie cristiana ed un figlio chiamato Conello. Parliamo del III sec. d.C. La leggenda è cruda e molto triste. All’età di 12 anni Conello pare fosse già diacono e dopo la morte della madre, furono martirizzarti padre e figlio. Durante la nona persecuzione dei Cristiani, intorno al 275 d.C. Non volendo rinnegare la fede in Cristo vennero condannati a morte. Vennero entrambi appesi per i piedi e sommersi in una caldaia di olio bollente. Sempre secondo la leggenda, pare ne uscirono indenni e solo la conseguente frattura delle mani, con l’ausilio di un martello, li porto alla morte. Pare che il Santo Conone giunse nella nostra terra a seguito di un pellegrinaggio in Terra Santa, parecchi monaci si fermavano in Italia per trovare ricovero o rifugio. Il “miracolo dell’acqua” operato da San Conone nell’Asia minore e tramandato fin qui, fece si che il popolo Acerrano lo accogliesse con fervore, abituato ad un territorio paludoso e poco accogliente. (Egli riuscì con la sola sua voce, a deviare il corso di fiume che inondò la sua terra di origine.) Il 25 Aprile 1872 dal Vesuvio sorse un’immensa nube nera, questa si espanse sino al territorio Acerrano, presentando cielo nero e aria irrespirabile. Gli Acerrani del tempo portarono le statue dei Santi in processione e pochi minuti dopo un vento forte, ma riparatore, spazzò via nubi e cenere, liberando il cielo ed il popolo Acerrano dal timore del Vulcano. Conone, Conello, Cuono…se ti chiami così vieni da Acerra. Un suono strano, per chi non e’ nostro compaesano. Pare piu’ uno strano vezzo o suono cupo, più che un nome identificativo per origine o territorio. I Cuono di Acerra, i più vecchi e quelli che verranno, dovrebbero tutti conoscere la storia dell’uomo e del figlio dai quali prendono il nome. Uomini venuti da molto lontano, che poco avevano a che fare con i nostri usi e le nostre tradizioni, ma che amarono molto la nostra terra e la protessero con coraggio e preghiera, con fede e miracoli. Nella Chiesa di S. Cuono in Acerra vi sono le statue dei nostri Santi Patroni. Vengono raffigurati dall’artista con pelle scura ed occhi profondi. Sono l’uno accanto all’altro e sempre mi emoziona vedere quel piccoletto che tanta sofferenza dovette patire. E’ sempre lì accanto al Padre, forse non proprio nu turco napoletano, ma Acerrano SI! Mercoledi’ 29 Maggio, buona festa di San Cuono e figlio a tutti.

di Ottavia Pulcrano

Autore dell'articolo: L'Osservatore Acerrano

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