La vicenda Montefibre perdura da quasi quindici anni e in tutto questo tempo non si è fatto altro
che spostare la discussione, senza riuscire ad arrivare ad una definitiva conclusione.
Dopo anni passati a sperare che la politica riuscisse a trovare una soluzione a questa situazione
precaria, finalmente si riapre uno spiraglio per chi all’improvviso si è trovato escluso dal mondo del
lavoro.
La riapertura del caso è iniziata nel pieno dell’estate, quando i dipendenti dell’ex Montefibre
protestarono per il mancato rinnovo degli ammortizzatori sociali che avrebbero creato non poche
complicazioni a molte famiglie, ad eccezione di diciassette unità, numero degli operai che hanno
ottenuto il rinnovo della mobilità.
Sul luogo del presidio arrivarono diversi rappresentanti politici come i parlamentari del Movimento
5 Stelle Vaccaro e Caso, membri della commissione lavoro. Così come il consigliere regionale e capogruppo M5S in regione Campania Gennaro Saiello.
A sostenere gli operai anche il consigliere comunale pentastellato Carmela Auriemma, che dopo
alcune pressioni è riuscita ad ottenere la convocazione di una vertenza mai aperta in tutti questi
anni al MISE e dall’incontro emersero importanti novità.
Il sottosegretario al lavoro Cioffi, in rappresentanza del ministero gestito da Di Maio, ha assicurato
che il governo gialloverde utilizzerà tutti gli strumenti a propria disposizione per evitare che gli ex
dipendenti restino fuori dal mondo del lavoro e senza l’assistenza economica in grado di far vivere
dignitosamente centinaia di famiglie.
Totale assenza dei sindacati per quanto riguarda gli incontri avvenuti con i rappresentanti del
MISE, gli operai hanno chiesto esclusivamente la presenza del consigliere locale Carmela
Auriemma, che ha sostenuto anche le cause dei CUB e dell’ormai partente La Doria, ottenendo
anche per loro la convocazione di un tavolo dal MISE.
Due le novità: la prima prevede il sicuro rinnovo degli ammortizzatori sociali compresi nella
prossima legge di bilancio nazionale, mentre la seconda si tratta più di un obiettivo che di una
certezza, ovvero quello di riuscire a convertire la fabbrica per poi riassumere gli operai precari.
La Montefibre è una delle industrie che hanno causato dell’avvelenamento del territorio circostante
unitamente allo sversamento illegale dei rifiuti sottoterra.
Nonostante ciò forse si tratta di un’utopia chiedere la conversione della fabbrica e la bonifica del
territorio nel più breve periodo possibile, ma siccome la politica è l’unico strumento in grado di
attuare quanto gli acerrani sperano, non ci resta che pressare la forza di governo che ad Acerra
ottenne ben 18.000 voti alle scorse elezioni nazionali.
Christian Gargiulo