“È possibile che un Prefetto venga in una città per una visita istituzionale e non ci sono comunicazioni ufficiali?” è la domanda che ha lanciato dai propri canali ufficiali la presidente della commissione di vigilanza Carmela Auriemma in merito all’arrivo questa mattina in città del prefetto di Napoli Marco Valentini.
La serie d’incontri che ha interessato dapprima la curia, con il vescovo Antonio Di Donna, e in seguito il comune e l’amministrazione, si sarebbe tenuto all’oscuro delle forze politiche di opposizione che non sarebbero state nemmeno avvisate, come denunciato dalla stessa consigliera.
Uno strano clima blindato che ha interessato anche la stampa con il giornalista de Il Mattino, Enrico Ferrigno, che sui suoi canali social scrive “Stamattina mi è stato impedito fisicamente, su disposizione delle autorità comunali, di intervistare il prefetto di Napoli Marco Valentini che precedentemente aveva dato la sua disponibilità. Un fatto inspiegabile ed inaudito!” aggiungendo “un poliziotto municipale, su disposizioni delle autorità comunali, mi ha dapprima invitato ad uscire dal maniero e, poi, successivamente, con modi spicci, mi ha impedito di avvicinarmi al prefetto facendosi scudo con il suo corpo” concludendo “volevo semplicemente fare il mio lavoro di informazione, ma evidentemente a qualcuno non faceva piacere”.
Su questo deprecabile episodio ritorna anche la consigliera Auriemma che nuovamente si interroga “ di cosa ha paura Lettieri e la sua maggioranza?” aggiungendo sul ruolo dell’opposizione “magari al Prefetto potevamo chiedere lumi su come una ragazza semi sconosciuta prenda oltre 11mila voti. Magari una domanda era d’obbligo sul motivo del blocco dei lavori in città. Magari potevamo chiedergli cosa ne pensa delle deleghe affidate al segretario comunale nonostante l’ANAC abbia chiesto chiarimenti e due consigliere denunciate ingiustamente. Magari avremmo fatto un giro per gli uffici a presentare i neo assunti, sono certa che avrebbe avuto il giusto calore del resto al comune si respira un’ aria in famiglia” conclude amaramente.
Un incontro avvelenato che ha lasciato strascichi e confermerebbe un atteggiamento più volte denunciato in cui la libera stampa e l’opposizione è sistematicamente esclusa.
Michele Paolella