Pino Aprile è un giornalista, scrittore e storico di origini pugliesi, da sempre impegnato nello studio e
nella ricerca della questione meridionale. Lo abbiamo incontrato per parlare della sua versione
revisionista e delle differenze tra le due parti del Paese.
Lei ha spesso affermato che i terroni salveranno l’Italia: cosa vuole dire?
Sembra un concetto forte ma in realtà si tratta di una banalità. Siccome le soluzioni le cercano quelli che
hanno i problemi, è evidente che avendo i terroni problemi più’ grossi degli altri, si danno da fare per
individuare soluzioni che saranno utili anche ad altri. È anche un concetto zen, chi ha il problema, ha la
soluzione, che una volta trovata è buona per tutti. Per rendere chiaro il concetto, una volta che inventi la
ruota, poi la usano tutti.
Il revisionismo storico avrà la sua rivendicazione o è destinato a restare una versione apocrifa?
È la storia ufficiale che è destinata a restare apocrifa. Riportando un concetto popperiano, se una cosa è
vera, può essere falsificata, nel nostro caso tutto è sottoposto alla revisione. All’università studiavo fisica
e da quando si studia l’universo la descrizione definitiva è cambiata almeno cinque o sei volte. Tutto, alla
luce di nuove scoperte, di nuovi documenti, di nuove intuizioni e di nuovi esperimenti, viene sottoposto
alla verifica, alla falsificazione o alla verificazione, quindi viene revisionato. Allora perché solo la storia
d’Italia non dovrebbe essere revisionista? Qui stiamo parlando di un racconto composto da documenti
scarsi, insufficienti, spesso falsi e quasi sempre di parte, quindi abbiamo appena cominciato a
sbugiardare la falsa storia ufficiale.
Potremmo racchiudere tutto il discorso in una sola frase: la storia la scrivono i vincitori.
Ma questo è un fatto più che acclarato, è stato autorevolissimamente detto che la storia non è altro che la
versione dei fatti fornita dai vincitori perché i vinti sono muti, devono esser muti, purtroppo qualche volta
parlano e i vincitori devono farsene una ragione e soprattutto i vinti diventano i trombettieri dei vincitori.
L’unità non è iniziata con il piede giusto, ma abbiamo avuto tutto il tempo per riparare i danni
causati da una politica post-unitaria. Dopo il famoso ventennio, i governi repubblicani hanno
contribuito ad allargare questo gap incolmabile?
La verità è che non si è mai voluto colmare il gap, anche perché il gap è stato creato dall’unità ed è stato
creato per fini economici, a vantaggio di una sola parte del paese, quindi colmare il divario va contro gli
interessi di chi, in questi 157 anni, gestisce il potere in Italia.
Aspettarsi che lo facciano perché è giusto farlo, è sbagliato, perché non succederà mai, il potere si
combatte e si piega con altro potere, non c’è altro modo, tant’e vero che quel divario che al momento
dell’unita’ non c’era, è dimostrato da tutti i più seri studiosi, mentre ci sono altrettanti individui che sono
disposti a dire il contrario, traendone dei vantaggi che sono evidenti. In un secolo e mezzo questo divario,
che prima non esisteva, è arrivato al massimo storico, qui al Sud abbiamo un reddito pro capite poco più
della metà di quello del Nord e questo non è che succede per colpa dei fenomeni atmosferici, ma
succede perché le azioni degli uomini sono determinate da altri uomini, quindi questo è un fatto voluto e
mantenuto.
Quindi con il revisionismo il mito dei grandi protagonisti della nostra storia crollerebbe…
Questo no, perché l’aspirazione all’unita’ si trovava nelle classi alte italiane, parliamo di una quota che
corrispondeva all’1%. Il popolo aveva altri pensieri in quel periodo, pensava più che altro a cosa mangiare
la sera. Questa ostinazione c’era e molti hanno sacrificato per questo ideale i loro beni, la loro vita e la
loro libertà, ma poi come al solito sono i soldi che portano a compimento le cose, sfruttando le idee e una
volta vista la fattibilità dell’unita’ è ovvio che si cercassero i migliori per attuarla,ma questo non era voluto
dalla gente. Ci sono stati solo due momenti in cui la politica italiana, diventando per necessità
meridionalista, ha fatto in modo che si sviluppasse qualcosa al Sud e questo ha portato tutta l’Italia a
crescere notevolmente dal punto di vista economico. Questi due momenti sono stati i primi anni del ‘900 e
i primi anni dopo la seconda guerra mondiale,ma sono durati poco perché la politica della rapina da parte
dell’economia del Nord ha prevalso.
È da sfatare il mito di chi sostiene che al Sud arrivano più fondi del Nord o è vero quanto appena
detto?
Ma per carità, guardiamo il bilancio dello stato, la corte dei conti, l’istat e tutti gli indicatori che certificano
l’arrivo di fondi. Il Sud riceve molto meno di quanto dovrebbe ricevere rispetto al resto del paese. Queste
sono soltanto chiacchiere, bugie, calunnie che vengono diffuse attraverso la comunicazione in mano a
quei poteri. Quindi succede che il ladro si fa chiamare derubato e il derubato si fa chiamare ladro. Al Nord
evadono il doppio delle tasse del Sud e non è una cosa anormale, perché avendo il doppio dei soldi è
facile evadere il doppio delle tasse, mentre al Sud ci sono il doppio degli evasori del Nord, evadendone la
metà. L’Agenzia delle Entrate spiega che mentre al Sud l’evasione viene definita “per sopravvivenza”, al
Nord l’evasione viene definita per “maggior arricchimento”.
Acerra era l’epicentro della Campania Felix, adesso invece è la capitale della Terra dei Fuochi. È
risaputo che buona parte degli sversamenti sono stati effettuati da criminali che prelevavano i
rifiuti dal nord per sotterrarli le nostre terre…
Il Sud viene usato come colonia del Nord, significa che viene privato delle sue risorse diventando la
discarica del Nord. C’è da dire che il Nord, arrivando da una stagione di industrializzazione molto rozza e
brutale, è molto più avvelenato della terra dei fuochi, la differenza sta nella civiltà e nel senso della
cittadinanza, perchéi cittadini della terra dei fuochi proteggono, si organizzano, studiano e denunciano,
mentre quelli del Nord stanno zitti e subiscono.
Negli ultimi giorni l’impresa La Doria trasloca al Nord, chiudendo la sede di Acerra. Solo nel Nord
le imprese vengono tutelate?
Quasi tutte le imprese meridionali, piccole e medie, quando diventano grandi devono andare al Nord,
perche’ questo Stato razzista, pur avendo tanti truffatori al Nord, mantiene i tassi d’interesse più alti al
Sud. Se tu hai un’azienda vai al Nord, risparmi sulle banche, in più hai autostrade, treni, aeroporti che il
Sud non ha. Come al solito sono scelte politiche ed economiche, non è un caso.
Ad Acerra, come in tutto il Sud, abbiamo un elevatissimo tasso di disoccupazione e molti ragazzi
acerrani si trasferiscono al Nord ed all’estero…
Il Sud non ha mai conosciuto emigrazione in tutti i millenni della sua storia, il più alto tasso di emigrazione
si trovava in Piemonte, mentre al Sud era pressoché inesistente. Le azioni intraprese dopo l’unità sono la
dimostrazione del fatto che questa inversione è premeditata, è stato cercata, voluta ed ottenuta
attraverso la politica razzista di questo Stato chiamato Italia, perché se l’unità non avesse creato la
questione meridionale e non avesse creato disparità oggi avremmo avuto una crescita o una decrescita
lineare e non in una sola parte del paese. Invece il nostro paese, qualunque sia il colore del governo,
finisce nell’aumentare il danno per far soffrire ancora di più na sola parte del paese. I famosi 80 euro di
Renzi e i soldi stanziati dal suo governo per incrementare l’occupazione, ovvero circa due miliardi e
mezzo, sono stati soldi sottratti al Sud per destinarli al Nord.
Christian Gargiulo