Il protagonista dell’intervista è un figlio di Acerra, Michele Gaglione, giovane imprenditore locale, che con la propria forza di volontà e determinazione è ripartito da zero mettendo in campo una nuova attività che lo vede attivo su tutto il territorio nazionale.
- Michele, lei ha visto improvvisamente la sua vita cambiare perdendo quelle che erano le sicurezze di un lavoro stabile a causa di un post pubblicato su Facebook? Ci racconta con esattezza quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a scrivere quello che per lei era giusto denunciare in quel preciso momento della sua vita? Se tornasse indietro lo rifarebbe di nuovo?
Si, e non auguro a nessuno di ritrovarsi dopo tanti anni fuori da un contesto lavorativo.
In quel momento ho sentito il bisogno di esprimere tutta l’amarezza per non essere riuscito ad evitare la chiusura del sito Acerrano. Ho scelto il posto sbagliato per farlo anche se personalmente avevo invitato i miei ex colleghi ad evitare eventuali post “contro” la società che aveva, nel 2014, acquisito il sito ex Delfino Spa. Ricordo che il 21 Settembre 2018 in fabbrica la situazione era pesante. Avevamo portato avanti con principio e dignità una vertenza territoriale che per ovvie ragioni per noi operai era giusta (dopo un anno dalla chiusura, almeno io, ho avuto le risposte alle mie domande). In quel momento rappresentavo la Flai Cgil come delegato Rsu di fabbrica e ricordo che fu’ postata una lettera di trasferimento su Facebook dove c’era scritto “il dado è tratto”. A questa affermazione io mi sono lasciato andare ad una esclamzione: “che pezzi di merda !!!”. Che in seguito l’azienda ha fatto sua e come pretesto mi ha licenziato per diffamazione e discriminazione.
(tengo a precisare che nelle varie interviste fatte in passato ho spiegato che la mia affermazione aveva tutto un altro significato legato ad una situazione particolare di qualche collega).
Sono una persona che non ama guardare ciò che è stato ma se mi chiedi, lo rifaresti? ti rispondo: si, lo rifarei !!!
- Era consapevole delle probabili conseguenze?
Proprio perché ero consapevole di eventuali problemi ho invitato tutti a cancellare i vari post dettati dalla rabbia, ma ormai c’era di tutto sui social e forse anche peggio della mia affermazione.
Ma qualcuno doveva pagare.
- La possiamo definire dunque imprenditore di sé stesso. Ci racconta come è riuscito dal nulla a reinventarsi una nuova attività?
Certo, ho dovuto per forza di cose imparare ad essere imprenditore di me stesso. È il primo insegnamento che alla scuola D’impresa Diffusa ho imparato. Devi sapere che io dopo aver fatto causa all’azienda e dopo la sentenza del giudice che ha stabilito il reintegro immediato con addebito delle mensilità da parte dell’azienda io ho sentito la necessità di portare avanti quell’idea di mettermi a disposizione del “mio territorio”. Ho rifiutato il reintegro ed ho iniziato il mio percorso formativo frequentato una scuola di management aziendale e andando alla ricerca di quelle realtà sociali, libere, che mi trasmettessero qualcosa di utile per mettere insieme le idee. Ho conosciuto “legami di solidarietà” di Don Peppino Gambardella ed il consorzio NCO, persone importanti che tutt’oggi mi seguono. Con loro è nata la prima bozza del progetto sociale Antica Passione.
Oggi diventato brand.
- Da ex operaio come vede ad oggi la situazione lavorativa dei suoi ex colleghi? Secondo lei i diritti degli operai ad oggi prevalgono rispetto al passato? Che posizione assume in merito?
La situazione lavorativa in questo momento è delicata. Si sperava in una netta ripresa “dopo” il periodo covid-19 ma ciò che sta’ accadendo ai confini Europei lascia un punto di domanda che solo una rapida soluzione di pace può dare risposta al futuro.
Sui miei ex colleghi preferirei non esprimere nessun commento. Auguro a tutti una buona vita lavorativa con uno sguardo attento al futuro.
Mi sono un po’ allontanato dal mondo sindacale, credo fermamente che ci sia bisogno di una riflessione. Il mondo del lavoro evolve e oltre ai diritti, che vanno sempre rispettati, non si può nel 2022 morire sul lavoro per portare avanti una famiglia. Questo è inaccettabile!
Il lavoro è dignità, soddisfazione, espressione di realizzazione di vita, non morte. Ho pagato per un mio diritto e lotterò sempre per la dignità delle persone.
- Ci racconti in breve l’inizio della sua nuova attività? Di cosa si occupa
La Coop. Soc. Antica Passione nasce come centro di trasformazione di prodotti agroalimentari. Lo scopo è quello di incentivare gli agricoltori ad investire sul nostro terreno consegnando una materia prima di qualità. Questo darebbe maggiore visibilità ad un territorio che come sappiamo si porta una nomea non felice.
- Come ha intuito che questa attività potesse essere quella giusta e avrebbe potuto renderla tanto orgoglioso?
È stata fatta un’indagine di mercato, una mappatura sulle realtà industriali esistenti e dai dati è emerso che un centro di trasformazione artigianale di prodotti agricoli, dopo la chiusura del sito Acerrano, non c’era. Abbiamo, poi, incontrato diverse realtà agricole, anche non Acerrane, che si “lamentavano” della mancanza di laboratorio di trasformazione. Questo ha rafforzato l’idea imprenditoriale.
- Lei è molto attento alla qualità dei prodotti utilizzando ottime materie prime rigorosamente locali. Quali sono i prodotti più acquistati dai consumatori?
Il core business della Cooperativa Antica Passione sono i sughi pronti ma trasformiamo anche ortaggi in creme da condimento, sottoli e conserve di pomodoro(preparatevi che le passate senza conservati ve le facciamo noi). Prodotti che grazie al processo di trasformazione sono lavorati senza l’aggiunta di nessun conservate all’interno.
- Pochi giorni fa l’abbiamo vista protagonista con i suoi prodotti nell’isola di Procida. Come è andata questa esperienza? Quali meriti le ha riconosciuto?
Si, sono stato invitato come una delle eccellenze Campane. Questo per me è sinonimo di orgoglio per il progetto, per la Città di Acerra, per il territorio. Con me è venuto anche il maestro ceramista Michele De Chiara. Una sinergia importante creata anche dal fatto che nella Box Culturale Antica Passione, all’interno, c’è una sua maschera di Pulcinella in ceramica, oltre al dipinto del Maestro Cuono Gaglione. Questo a dimostrazione che la nostra storia, la nostra arte, cultura e tradizione devono essere raccontate e portate a conoscenza di chi vede il nostro territorio abbandonato a sé stesso. La fiera è andata benissimo, i prodotti sono stati molto apprezzati ma ciò che conta è stata la soddisfazione di raccontare il buono del nostro territorio.
- C’è qualche riflessione in particolare che sente di voler fare sulla sua città? Cosa farebbe lei per valorizzarne il territorio?
Non bisogna riflettere, bisogna fare qualcosa. Io cosa potrei fare? Lo sto’ già facendo, se Dio vuole, ma non posso dire altro.
- Ha dei progetti futuri che la vedranno protagonista?
Si, quando si esce dalla comfort-zone si ragiona sempre a 360° e quindi la mente è aperta a nuovi progetti. Bisogna sempre essere pronti e reinventarsi. Credo che la priorità in questo momento sia realizzare quello che mi sono prefissato. Come dice il mio Manager “step by step”.
di Maria Giovanna De Sena