L’uomo, nella sua fragile convinzione di essere, è in continuo cammino nella speranza di trovare la felicità, cosa sempre più difficile da raggiungere. Egli corre, accelera, ma molte volte quando la trova nemmeno l’apprezza che è già sparita. Oggi tutto deve durare poco e la gente deve abituarsi a non pensare, a non riflettere. Quindi si torna a correre.
In questa sfrenata corsa via via prendono forma alcuni disagi quali le frustrazioni, le paranoie fino allo stato ultimo del disagio umano, l’insoddisfazione di noi stessi. Oggi più che mai il popolo ha bisogno di ritrovarsi e di ritrovare la speranza in Colui che si è fatto carico dei problemi del mondo fino all’estremo sacrificio, la crocifissione…eppure era ed è il figlio di Dio. Mai atto più grande è stato fatto da un uomo, tuttavia fu stato lasciato solo sulla croce nella freddezza del Golgota, solo uno lo imprecò, il ladrone.
Oggi ricorre il giorno del Suo sacrificio, riscopriamolo, almeno oggi. Acerra è la città che da tantissimi anni rievoca, in questo giorno, la passione di Cristo. In altri tempi nella città fervevano i preparativi per il corteo processionale attraverso il quale si esprimeva la fede cittadina. Purtroppo oggi, per i noti accadimenti non è possibile. La città è deserta, non pullula di fedeli, i tempi impongono le distanze sociali non solo da condividere ma soprattutto da adottare. Allora perché non immaginare. O’ PAPPECIO fa appello a tutti i cittadini di fede a voler vivere nelle profondità del proprio animo la processione del Venerdì Santo. Immaginiamo il lungo corteo di figuranti, di volontari e delle Autorità che sfilano silenziosamente per le vie cittadine e mentre ammiriamo le scene cerchiamo di individuare la Croce ed il Cristo sfigurato che si avvia al martirio.
E’ soprattutto nel sacrificio della croce che va rinnovata la fede cristiana corroborata dalla preghiera, quella che viene dal cuore… è la che non andiamo mai a scavare e non fermiamoci alle prime difficoltà.
Uniamoci agli appelli della Chiesa e del nostro vescovo S.E. Antonio Di Donna, alleniamoci all’ascolto della parola di Dio. A riguardo O’ PAPPECIO esorta tutti ad una riflessione: siamo uomini di fede? Amiamo il nostro prossimo come noi stessi? Domande alle quali molte volte sfuggiamo, ma che sottendono ad una evidente debolezza umana. Allora perché non farlo oggi, incrociamo lo sguardo di Cristo, affidiamoci a Lui e troveremo anche le risposte. Se faremo questo, anche se solo con l’immaginazione abbiamo partecipato alla processione del Venerdì Santo e nulla è stato vano. Abbiamo assolto ad un bisogno umano, ancestrale: credere nel Creatore e in suo Figlio nella sua parola. Ricordiamo oggi i tanti medici, infermieri che si sono sacrificati per il prossimo, destiniamo a loro una preghiera e a noi auguriamoci di essere migliori per costruire un mondo più sano. Ecco se riusciamo a fare questo, abbiamo fatto si anche quest’anno la processione abbia un senso e la Santa Pasqua ritrovi la centralità spirituale negli uomini e donne di fede. Auguro una buona Pasqua affinchè la risurrezione di Cristo dia luce alle coscienze di tutti, assistiti dalla vicinanza del nostro vescovo Di Donna e di tutta la comunità ecclesiale.
Vincenzo Angelico