In occasione del quinto anniversario dell’enciclica Laudato sì Papa Francesco sarà ad Acerra il 24 maggio. Una visita dal valore simbolico potente in quello che è l’epicentro della cosiddetta Terra dei Fuochi. Nella giornata sono previsti incontri con le istituzioni locali oltre che con alcune famiglie che hanno avuto vittime dall’inquinamento ambientale.
Interpellato l’ufficio della diocesi di Acerra, ricorda che tale visita non è un fatto avulso e ricorda un episodio del 2014 quando il pontefice sorvolando i territori inquinati tra Napoli e Caserta disse “un fatto puntuale che mi commosse, e da allora fu un crescendo attraverso le notizie, una presa di coscienza lenta” così come riportato in un libro intervista.
Il vescovo Antonio Di Donna da parte sua ci tiene a far sapere che “la presenza di papa Francesco nelle nostre terre, e in particolare nella nostra diocesi di Acerra, è una grazia speciale perché il Papa viene ad ascoltare insieme ai vescovi, soprattutto delle diocesi più colpite dall’inquinamento, le sofferenze della nostra gente, e per ricordare le altre “terre dei fuochi d’Italia”.
Aggiungendo “per noi un evento storico che ci riempie di gioia, un’iniezione di fiducia e di speranza per le famiglie, in modo speciale quelle dei bambini e dei ragazzi colpiti dalla malattia”. E di sicuro “darà nuova linfa al cammino che le diocesi della Conferenza episcopale campana stanno già facendo per educare i cristiani, adulti e bambini, alla giustizia, alla pace e alla salvaguardia del creato”.
Questa visita è la continuazione degli incontri di fine gennaio a Teano, dove i vescovi di Aversa, Capua, Caserta, Nola, Sessa Aurunca Teano oltre a quello di Acerra con oltre 400 sacerdoti, hanno avuto modo di riflettere tutti insieme sul dramma ambientale che vive questo territorio.
La visita del Papa si configura in quest’ottica anche come un forte appello alle Istituzioni, affinché vengano finalmente rispettate le varie promesse elettorali e siano effettuate le bonifiche che il territorio aspetta da anni affinché possa essere valorizzata l’originaria vocazione agricola, archeologica e turistica della città.
Michele Paolella