Anni di promesse politiche hanno prodotto il dramma dei lavoratori dell’ex Montefibre

La situazione in cui si trovano 120 operai dell’ex-Montefibre da dicembre, mese da cui non vengono più erogati gli ammortizzatori sociali,  è la dimostrazione plastica di come le politiche occupazionali locali e regionali per un sito dismesso da ormai 13 anni, abbiano trasformato il lavoro ad Acerra in una mera chimera.

Infatti, il 9 aprile, fin dalle prime ore della mattinata, un centinaio di operai, hanno bloccato i cancelli della fabbrica dismessa per oltre cinque ore, impedendo l’accesso ai dipendenti della centrale elettrica Fri.El. ed agli automezzi, che trasportavano materiali destinati alle forniture delle poche attività attualmente ancora operanti o a quelli diretti all’area industriale.

Sul posto si è presentato al fianco dei lavoratori il capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle e componente della commissione regionale Attività Produttive Gennaro Saiello il quale ha dichiarato: “E’ trascorso poco più di un semestre da quando, a epilogo di una seduta monotematica del Consiglio regionale convocata per individuare una soluzione alla vertenza dei lavoratori del sito ex Montefibre di Acerra, l’assessore Amedeo Lepore rassicurò tutti con annunci-spot sullo stile del padre-padrone Vincenzo De Luca. Rivelando di avere già la soluzione nel taschino, Lepore snocciolò cifre sprovviste di contenuti su contratti di sviluppo e di decontribuzione che avrebbero prodotti posti di lavoro a migliaia. Annunciando un rifinanziamento della mobilità per i lavoratori ex Montefibre e un piano di investimento che avrebbe portato alla riconversione dello stabilimento di Acerra. Eppure, in linea con la filosofia di questa giunta, ad oggi la drammatica verità è nei volti disperati di 350 lavoratori, a cui gli ammortizzatori sociali sono scaduti a novembre e che, dopo aver inseguito per mesi gli assessori Lepore e Palmieri, hanno trovato nel Movimento 5 Stelle l’unico interlocutore istituzionale

Infatti, ricorda Saiello “Nella seduta monotematica dello scorso novembre con un atto formale impegnammo la giunta a individuare in tempi rapidi con il Governo una soluzione per lavoratori, in previsione della fine degli ammortizzatori sociali, agendo sulle misure di politica del lavoro esistenti e sulle misure in grado di evitare una grave situazione di disagio sociale. Lepore ci rispose sbandierando interventi mirabolanti. Oggi siamo l’unica forza politica che non smetterà di far sentire la propria voce ad ogni livello per mettere fine al dramma di 350 famiglie rimaste senza alcun reddito di sostentamento

Ad oggi la risposta tampone è stato lo stanziamento di 27 milioni d’euro dal Governo alla Regione Campania nell’ambito del Decreto sulle aree di crisi complesse, non sarebbero sufficienti e basterebbero a garantire il pagamento degli ammortizzatori sociali al massimo per 4 mesi agli oltre 3000 lavoratori campani, la cui mobilità è scaduta l’anno scorso. La fine della mobilità e degli ammortizzatori sociali per i 120 lavoratori significa restare senza alcun tipo di sostegno al reddito.

Nel garantire un sostegno al reddito delle famiglie dei lavoratori ex-Montefibre, sarebbe auspicabile che la zona in questione venisse riqualificata investendo in un nuova filiera industriale verde in modo di coniugare salvaguardia dell’ambiente con l’opportunità di una posizione lavorativa.

P.M.

 

Autore dell'articolo: Michele Paolella

Michele Paolella è un giornalista, scrittore e blogger napoletano nato a Maddaloni (CE) nel 1994. Iscritto alla facoltà di Giurisprudenza alla Parthenope di Napoli dopo aver conseguito la maturità classica all'Alfonso Maria de'Liguori. Da aprile 2018 è Direttore Editoriale de Il Pappecio - l'Osservatore Acerrano.

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