Siamo tutti a conoscenza del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, già in vigore dall’8 marzo c.a., con il quale espressamente si chiede che «vengano sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri» (Art. 2, lettera v). A poche ore di distanza anche la CEI ha emanato un Decreto nel quale si condivide la comune preoccupazione della Chiesa di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese: «rispetto a tale situazione la CEI, – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”». Come giustamente si osserva nello stesso Comunicato CEI «si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli».
In spirito di sincera collaborazione e per il bene comune, che è la salute dei cittadini, dobbiamo assolutamente adempiere quanto segue:
1. Non si celebrino messe feriali e festive con concorso di popolo fino al 3 aprile con dispensa dall’obbligo di assolvere il precetto festivo.
2. Il sacerdote può celebrare la santa messa senza concorso di popolo. Ciò vale anche per le Chiese degli Istituti religiosi.
3. Anche se non vi sono celebrazioni pubbliche, si tengano aperte le Chiese per favorire momenti personali di preghiera rispettando le attenzioni riguardanti la distanza richiesta dai decreti ministeriali.
4. Sono tassativamente proibite le messe esequiali; al parroco è consentita la benedizione della salma nel cimitero in occasione della sepoltura e non manchi un breve commento, partendo dalla Parola di Dio. Tutto ciò alla presenza dei soli familiari diretti.
5. La celebrazione dei Battesimi, se non è possibile rinviarla, è consentita alla sola presenza dei genitori e dei padrini.
6. La celebrazione dei Matrimoni, se non è possibile rinviarla, è consentita alla sola presenza dei genitori e dei testimoni.
7. È sempre possibile la celebrazione del Sacramento della Penitenza nella forma individuale, rispettando le attenzioni riguardanti la distanza richiesta dai decreti ministeriali.
8. Siano sospese tutte le processioni, le feste, le sagre e altre manifestazioni socio-culturali parrocchiali.
9. Si sospenda la visita per la benedizione delle famiglie.
10. È possibile, e si consiglia, di visitare i malati gravi per offrire loro conforto spirituale e, se è il caso, l’unzione degli infermi e del Viatico, attenendosi alle modalità consigliate dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute.
In questo tempo intensifichiamo la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio.
Anche se vissuta con sofferenza, consideriamo questa sosta come un’occasione in cui dobbiamo vivere il nostro ministero in modo diverso, dando priorità al conforto dei nostri fedeli disorientati.
La sofferenza di questo tempo si inserisce nel percorso quaresimale avvalorandolo come cammino verso la Pasqua di Resurrezione.
Vincenzo M. Pulcrano