Il caso Montefibre è uno tra i tanti esempi empirici che testimoniano la presenza della malapolitica sia a livello regionale sia nazionale. È un caso che ha creato posizioni abbastanza scomode agli ex operai dell’impianto chimico-tessile, dismesso circa quindici anni fa.
Il problema sorse lo scorso anno, quando i destinatari delle mobilità non ebbero la conferma di una successiva proroga per l’anno in corso. In quel caso si adoperò il governo appena insediato per garantire non solo gli arretrati, ma bensì anche la proroga per l’intero anno scorso. I tavoli di lavoro convocati dal MISE, guidato dal ministro Di Maio, sono stati abbastanza produttivi al punto da rassicurare i diretti interessati, togliendo fin dal principio i dubbi di chi si è sentito preso in giro da una giunta regionale che da anni sta trattando questo caso complicato, senza riuscire a trovare le giuste condizioni per esaudire le richieste degli ex operai, che non si limitano alla conferma del sostegno fondamentale per mandare avanti le famiglie.
Reinserirsi nel mondo del lavoro non è facile quando non si è più giovanissimi, non tutti possono permettersi di rigettarsi nel mercato del lavoro.
Ecco perché la ricerca di un investitore in grado di utilizzare la struttura per convertirla in qualche altro mezzo di produzione e impiegare gli ex operai Montefibre pare che sia diventata la priorità. Da diversi mesi la regione sostiene di aver trovato l’investitore, ma del nominativo non si sa ancora nulla e tutto ciò che doveva esser fatto per tutelare le diverse centinaia di famiglie, in modo da procedere con lo step successivo, non pare abbia smosso le acque.
La politica locale e regionale, cosi come per i casi La Doria e CUB, si è dimostrata totalmente disinteressata e incapace di trovare soluzioni per i rispettivi casi. La presa di posizione del consigliere comunale Carmela Auriemma, l’unica a portare all’interno delle istituzioni la voce delle varie delegazioni, ha avuto un notevole peso durante il continuo interloquire con la forza di governo che ella stessa rappresenta ad Acerra, facendo pesare non poco le responsabilità che si deve assumere la fazione grillina, visti i consensi elettorali risultati allo scrutinio dello scorso 4 Marzo.
Il Decreto Crescita prevede lo stanziamento di fondi che saranno impiegati per intervenire nelle maggiori aree di crisi. La Campania non è stata affatto esclusa dagli ammortizzatori sociali straordinari per le aree di crisi complessa. Con una norma inserita nel decreto, il Consiglio dei Ministri ha finanziato con 30 milioni di euro i tre Poli di Acerra-Marcianise-Airola, Torre Annunziata-Castellammare e Battipaglia-Solofra. La speranza e l’obiettivo comune è quello di render attivi nel mercato del lavoro gli ex operai della Montefibre, in modo da non avere più problemi riguardo alle future proroghe delle mobilità.
Christian Gargiulo