È di questi giorni la notizia dell’atto vandalico compiuto da alcuni ragazzi di giovane età all’interno della scuola Ferrajolo-Siani. L’ennesimo bene appartenente alla collettività che diventa il bersaglio preferito della rabbia, della noia o non so di che di giovani e giovanissimi i quali, in alcuni casi, addirittura sui social diffondono le loro “eroiche gesta”, come fosse il loro un comportamento meritevole di medaglia al valor civile.
Il nostro primo cittadino, commentando l’accaduto, ha parlato di fallimento di tutti istituzioni, scuola, associazioni e famiglie. Inoltre ha affermato che i linguaggi finora utilizzati non hanno saputo intercettare questi giovani, inconsapevoli della gravità del reato commesso. Non reputandomi un educatore, non cimentandomi quotidianamente con i giovani, non ho le competenze o la presunzione di individuare dove siano le falle nel nostro sistema educativo, ma noto la carenza di strutture formative di riferimento che quelle falle dovrebbero contribuire a colmare.
In tal senso mi sono rivolto al Gruppo Scout A.G.E.S.C.I. di Acerra, attivo sul territorio dal1946, per comprendere il metodo formativo da loro utilizzato nei confronti di ragazzini che, partendo dagli otto anni e sino ai ventuno, vengono accompagnati in un percorso di crescita e di consapevolezza. Lo scoutismo è un movimento mondiale per l’educazione dei giovani fondato nel 1907 dall’inglese Robert Baden-Pawell generale delle forze armate britanniche. Il metodo educativo alla base di tale movimento è fondato sul volontariato e sull’ “imparare facendo” attraverso attività all’aria aperta e organizzate in piccoli gruppi. Come simbolo viene utilizzato un giglio con la scritta che recita “Estote Parati” (siate pronti) e il simbolismo ha una connotazione molto forte nella famiglia scout.
Gli appartenenti a questa associazione di volontariato indossano un’uniforme, dai più piccoli per arrivare ai capi educatori, a testimonianza del fatto che ci si voglia tutti uniformare a quei principi ispiratori dell’intero universo scout .Formazione del carattere, abilità manuale, salute fisica e servizio al prossimo sono pilastri fondamentali sui quali si poggia la “strada” che i ragazzi intraprendono coadiuvati dai più grandi attraverso un esempio di testimonianza e di trapasso di nozioni. Si punta ad una progressione personale che abbia come risultati un rafforzamento del carattere e una conseguente sempre più elevata responsabilizzazione.
Si insegna, partendo dai più piccoli, a far parte di un gruppo dove ognuno ha delle responsabilità e dove le conseguenze di ogni propria azione ricadono sull’intero gruppo di appartenenza. Il gioco nella fascia di età 8-12 anni viene utilizzato come strumento di crescita dei bambini. Attraverso il gioco essi imparano e conoscono, crescono e si sviluppano, sia fisicamente che intellettualmente. Il concetto di bene comune ha assolutamente un ruolo centrale nella vita di uno scout, uno sgabello piuttosto che una sedia o una pentola, oppure una tenda piuttosto che delle attrezzature di supporto sono funzionali all’attività che si svolge in un determinato momento ma, nel contempo, ci deve essere la consapevolezza che questi stessi oggetti saranno funzionali anche alle attività di tutti coloro che verranno in un futuro prossimo.
La Natura ha un’assoluta centralità e per questo molte attività vengono svolte all’aperto nel rispetto dell’ambiente circondante e nella ricerca di un’armonia con il Cosmo. Un ragazzo scout viene preparato a cavarsela in ogni situazione, viene abituato ad utilizzare l’ingegno per la risoluzione delle problematiche che gli si porranno di fronte, viene educato al rispetto del prossimo attraverso lo sviluppo di un concetto di fratellanza, dell’essere comunità e dell’essere attore protagonista nel contesto in cui vive ed opera. L’A.G.E.S.C.I. è un’associazione cattolica nella quale la professione della fede ricopre un aspetto fondamentale, nella quale il rapporto con la parrocchia e la diocesi rappresenta un legame indissolubile e vitale.
L’autofinanziamento dei progetti è una forte fonte di coinvolgimento dei ragazzi che vedono finalizzato il loro impegno seguendo una progettualità condivisa con tutte le figure presenti nell’associazione. Gli educatori scout cercano di trasmettere l’idea che ognuno di noi dovrà lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato, diventando sentinelle del nostro territorio nel pieno rispetto del principio di legalità. Melania, Pierbruno, Giuseppe (tutti capi scout) mi hanno raccontato delle enormi gratificazioni avute dal contatto quotidiano con i ragazzi e, nello stesso momento, mi hanno esternato quanto sia complesso e difficoltoso trasmettere ai piccoli concetti e stili di vita che vadano nella direzione sia della crescita personale che del perseguimento di un elevato grado di consapevolezza riguardo alle proprie azioni e alle decisioni che verranno prese nel corso della vita.
L’assenza di punti di aggregazione nella nostra città, le piazze vuote, la non frequentazione degli oratori dopo una certa età, le difficoltà in cui versano associazioni come Libera o Legambiente sono stati altri argomenti affrontati nell’incontro avuto con i capi scout e tutto ciò deve rappresentare un input a riflettere su cosa bisogna mettere in campo per rendere i nostri giovani protagonisti e principali artefici della realtà in cui sono calati. Personalmente ritengo che il Gruppo Scout di Acerra rappresenti senza dubbio un’importante struttura educativa di riferimento strettamente collegata alle altre agenzie sociali come, per esempio, la famiglia.
Massimiliano Messina