La questione ambientale ad Acerra non sembra trovare una tregua, così dopo la scelta della Giunta Regionale di riaprire la piazzola 2 al Pantano (che per una volta ha compattato politica locale, movimenti ed ecologisti per opporvisi), i continui scoop giornalistici sul tema ed i controlli che rientrano nel protocollo “Terra dei Fuochi” voluto dal ministro Costa, in questi giorni la destra locale che si riconosce nel partito della Meloni ha puntato i riflettori sulla questione sforamenti.
L’argomento purtroppo non è nuovo. Già l’anno scorso Legambiente Campania aveva per l’ennesima volta evidenziato nel rapporto “Mal’aria” la drammatica situazione che subiva Acerra che aveva fatto registrare la media di 1 giorno ogni 4 di sforamenti.
Purtroppo quest’anno la situazione non sembra cambiata; infatti l’ARPAC (Agenzia Regionale Per la Protezione Ambientale) al 31 luglio, fa registrare circa 50 sforamenti nella zona industriale e 40 in città dalla centralina dislocata presso la scuola Caporale, decretando che a 5 mesi dalla fine dell’anno il limite annuo consentito di 35 sforamenti è stato già ampiamente superato.
Da Viale della Democrazia soluzioni efficaci tardano ad arrivare, sia dalla commissione ambiente presieduta dal consigliere Maietta sia dall’assessore e vicesindaco Lombardi, mentre i provvedimenti finora provati risultano inefficienti. Infatti, l’ordinanza sindacale che vietava la circolazione delle auto non omologate agli standard Euro 0 ed Euro 1, alla luce dei dati ARPAC, non ha sortito effetti. Cosa che ha fatto puntare il dito verso l’inceneritore il quale, con la chiusura per manutenzione di settembre, potrebbe dare un riscontro sull’incidenza che ha sulla qualità dell’aria Acerrana.
Michele Paolella