Sono bastati 280 caratteri, quelli di un tweet, per scatenare una lunga sequela di luoghi comuni e approssimazione da parte dell’ex ministro degli esteri Frattini verso la città di Acerra. Infatti l’ex esponete di centrodestra, nel commentare un video in cui viene mostrato un maltrattamento su un cane, si ha dichiarato “Acerra terra di camorristi figuratevi se trattano bene i cani” rincarando la dose in un successivo commento “I vicini sono complici o intimiditi..figuratevi col contesto camorrista di Acerra se i vicini si preoccupano dei cani altrui! Omertà e violenza sono la regola,solo la forza dello Stato può bloccare lo scempio”.
Ma Acerra è terra di camorra?
Se ragiono a mente fredda e valuto che nell’ultimo anno ci sono stati due omicidi a marchio camorristico, gli ultimi dossier indicano un aumento nel mercato della droga con consecutivo aumento delle piazze di spaccio,purtroppo la risposta è si. Così come lo è la tendenza a girarsi dall’altra parte per “quieto vivere”.
Ovviamente non sto dicendo che 60 mila abitanti sono tutti criminali anzi. Se la nostra terra avesse la possibilità di far conoscere la sia bellezza, arte, cultura e coltura agroalimentare, non ci starebbe nemmeno da discutere. E come sempre sta a noi decidere cosa fare, se lottare per affrancare il territorio o continuare a vivere “quietamente”. Entrambe scelte legittime ma che producono effetti opposti.
Intanto Frattini poi ha tentato di correggere il tiro spiegando che non era sua intenzione offendere gli Acerrani, popolo onesto per la maggior parte con qualche camorrista da isolare a cui ha risposto il sindaco col politichese termine “qualunquismo”, giusta perché difende l’onorabilità dell’intera città, ma sarebbe il caso di accompagnarle con proposte fattive di contrasto socioculturale.
Michele Paolella