Tra autocandidature, speculazioni, riposizionamenti, eterni ritorni e un “mercato delle vacche” sotterraneo è già partito da mesi l’assalto a viale della democrazia in vista delle comunali del prossimo anno. Un minestrone di nomi, al momento senza programmi, senza partiti e senza visione, che rischia addirittura di far rimpiangere la “non-politica” di Lettieri, il che marca già la drammaticità della situazione.
Partendo dall’unico nome ufficialmente in campo, l’autocandidatura del geologo e consigliere di maggioranza Gennaro Iovino, più che una sorpresa, è un grattacapo per il nuovo centrodestra a trazione Lega-Fratelli d’Italia che, inseguendo il vecchio verbo del rinnovamento, si sono ritrovati il più berlusconiano dei berlusconiani a ridare forza a una corrente che sembrava destinata ad essere spartita e assorbita.
Sul fronte Lega, la difficoltà di creare una chiara identità territoriale differente dalla fallimentare esperienza della lista “Noi con Salvini”, ha portato inevitabilmente l’unico esponente parlamentare, l’ex 5 Stelle Urraro, a dialogare con il partito della Meloni nella consapevolezza della difficoltà di guidare la costruzione di un progetto a destra, benché alle ultime regionali si sono rivelati il primo partito cittadino della coalizione. In questo l’unico ruolo che può ritagliarsi, grazie al suo carattere democristiano distante anni luce dagli elmi celtici e dall’adorazione del dio Po, è di moderatore tra le anime del centrodestra cittadino. Tra professionisti e avvocati è un foglio bianco da scrivere.
Tra i tre, i Fratelli d’Italia sono quelli che sulla carta si presentano meglio; la tripartizione del partito a livello locale e la crescita percentuale nazionale li ha portati a un potenziale che se sfruttato bene li può consolidare sul territorio; dipende se l’idea collettiva sarà più forte dell’egoismo dei singoli. Sul toto-nomi è da escludere una riproposizione dell’ultimo candidato sindaco Raffaele Barbato, non solo per i risultati ma per la difficoltà di fare sintesi tra le diverse anime, così come sarebbe da escludere Vincenzo Riemma, non solo per la giovane età e il rischio di bruciarlo ma anche per tutelarlo da eventuali attacchi strumentali per l’ultima candidatura in una lista a sostegno del sindaco Lettieri, proprio per questo potrebbe ritornare in auge il nome dell’avvocato Stefania Casoria, già candidata alle regionali nel 2015, e perfetto punto di caduta dei veti interni. Chi invece sembrerebbe stia lavorando con interesse ad un appoggio da parte dei meloniani è il consigliere Paolo Rea che in più occasioni è stata coinvolto nella succursale giovanile “ViviAmo Acerra”, un interesse che coinvolgerebbe anche un ex esponente dell’amministrazione Lettieri; effetto carretto del vincitore nazionale.
Intanto nella contrapposta galassia del centrosinistra (o presunti tali) locale non se la passano meglio. Quasi scontata la candidatura dell’attuale presidente del Consiglio Comunale Andrea Piatto che, dopo un miriade di liste tra le quali i Verdi, Acerra è Tua o Democratici X Acerra, dovrebbe provare a fare il grande passo avendo già lanciato Ecologisti e Cittadini. L’unico grande scoglio da superare è il benestare dell’attuale sindaco Lettieri che non avrebbe ben preso il mancato sostegno alla figlia Vittoria durante le ultime regionali, anzi si vocifera di parole forti che son volate in particolar modo nel periodo natalizio. Vabbè le solite malelingue.
In caso di mancata riproposizione dell’attuale mega-coalizione di centro virgola sinistra, le dinamiche che si creerebbero coinvolgerebbero principalmente quello che rimane del PD. Nonostante non sia iscritto, i rapporti personali di Piatto con Marrazzo e Fiola e il suo peso elettorale (nel 2017 da solo prese quasi gli stessi voti di tutta la lista del PD) gli danno un potere contrattuale non indifferente, quasi da segretario occulto nel momento di un’eventuale decisione. Questo spiegherebbe anche la poca belligeranza della capogruppo Montesarchio, che risulterebbe esclusa dalla corsa, e un atteggiamento fortemente dialogante che ha mostrato l’attuale segretario Siracusa. Unico outsider interno potrebbe essere l’avv. Marangio che pecca di poca attrattiva elettorale. Altra incognita per il PD è il matrimonio politico nazionale con i fu 5 Stelle di Conte che potrebbe dar vita a inediti incontri territoriali come è stato a Giugliano, Pomigliano o Caivano e, in una logica di spartizione territoriale, potrebbero essere favoriti soprattutto se alle comunali di Napoli di quest’anno il candidato sarà un 5 Stelle (Costa o Fico).
Sul fronte 5 Stelle la situazione è più enigmatica: se in altri momenti la candidatura della consigliera Auriemma sarebbe stata quella naturale, sia per l’egregio lavoro svolto sia per l’apprezzamento personale che si è conquistata, la decadenza nella quale è caduto il partito di Grillo porta più di un dubbio sia sull’esistenza dello stesso e sia sulla sua capacità attrattiva. Altro nome che potrebbe riproporsi è il perenne candidato Cannavacciuolo anche se non sono escluse sorprese, come dice un vecchio detto tibetano “le strade di Pomigliano sono infinite così come gli amici di Di Maio“.
Sul fronte che si definisce di sinistra pura, sarebbe da escludere il nome che affascina molti dell’ex sindaco Espedito Marletta; dopo lo sgarro fattogli 12 anni fa equivarrebbe a masochismo estremo che nemmeno il suo peggior nemico gli augurerebbe. Altro nome che circola è quello dell’ex parlamentare Michele Giardiello, che benché possa essere un ponte con una sinistra allargata, dopo tanti anni, potrebbe risultare elettoralmente poco attrattivo. Nome sempreverde è quello dell’avvocato Tommaso Esposito, anche se potrebbe portare a una riproposizione del 2017; sbagliare umano perseverare è diabolico. Altro nome che circola e che starebbe lavorando da tempo a una candidatura è il gestore di “Cose Cerrane” Enzo Sibilio.
Comunque se per le prossime comunali dovesse certificarsi il divorzio tra l’area di Piatto e di Lettieri, iniziano già a circolare i nomi sui sindacabili di quest’ultimo; il primo è l’attuale vicesindaco ed assessore all’ambiente Cuono Lombardi (favorito) il secondo è dell’attuale assessora all’educazione Milena Petrella. Intanto a supporto potrebbe arrivare anche la lista “Movimento di Popolo” dell’ex consigliere De Maria, che appena pochi giorni fa ha dichiarato a mezzo stampa l’intenzione di concorrere alla prossimo tornata.
Le elezioni del 2022 sono decisive per i prossimi decenni, e non si tratta di retorica. Tra i fondi del Recovery Fund e quelli messi a disposizione dalla città metropolitana, Acerra ha l’opportunità più unica che rara di scrivere una nuova pagina della sua storia liberandosi dal poco gratificante titolo di “immondezzaio della Campania”. Tra le tante speculazioni, giochi alla House of Cards e giravolte politiche, tutti gli attori in campo sono chiamati a lavorare per Acerra non come spot, ma impegnandosi con progetti e programmi reali al risanamento della città affinché le 60mila anime che la abitano abbiano riconosciute la propria dignità.
Michele Paolella