L’eutanasia del dibattito cittadino si è finalmente compiuta. Ormai sul profilo etico e culturale si è delegato il ruolo pubblico a strategie di consenso. Certamente non si tratta di una valutazione ideologica su destra e sinistra, ma di capacità di discernere questioni per la comunità.
Anche perché la questione ambientale esige misure contingenti, le problematiche lavorative e di sviluppo commerciale risposte concrete e la possibilità di un virus mondiale necessita di misure di prevenzione.
La paura, che in visione del passato diventa una concretezza, e che esse possano essere semplicemente affrontate a colpi ti tweet e comunicati stampa, delegando ad altri il ruolo che solo chi tocca il territorio può affrontare.
Questo genera lo sconforto sociale ed aggregativo attorno alle forze politiche, che oltre ai “tifosi” del momento, non riescono a creare una massa critica propositiva atta ad affrontare le questioni che di volta in volta si propongono. Infatti, ad oggi nulla bolle in pentola e le buone intenzioni si perdono nella comunicazione del momento.
Finche la politica non riscopre il suo ruolo centrale, destra e sinistra saranno solo slogan per costruire un vacuo consenso che non si tramuta poi nel bene comune. Se ciò continua, la frustrazione collettiva potrebbe generare nuovi mostri che una spenta società acclamerebbe come salvatori della patria, e giunti a questo punto, non ce lo possiamo permettere.
Michele Paolella