No a nuovi inceneritori e all’ampliamento di quelli esistenti: a stabilirlo è stata la Corte di Giustizia Europea che ha bocciato il decreto Sblocca Italia del 2016, accogliendo il ricorso dei comitati ambientalisti. No alla costruzione di nuovi impianti ed anche all’aumento dei quantitativi di rifiuti da bruciare in quelli già operativi senza una valutazione di impatto ambientale strategica.
Una condanna definitiva per il governo italiano sugli inceneritori previsti nell’articolo 35 dello Sblocca Italia. Le associazioni ambientaliste avevano chiesto al Tar Lazio il rinvio alla Corte di Giustizia Europea per “motivato contrasto tra le norme contenute rispetto all’articolo 35 – Piano nazionale di inceneritori – nel decreto legge “Sblocca Italia” e nel successivo Decreto attuativo e la Direttiva europea 98/2008/CE”. Due, in particolare, i punti fondamentali: “Stabilire che i 40 inceneritori esistenti e nuovi da realizzare siano infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente ponendo al primo posto una tecnologia obsoleta e nociva da rifiuti indifferenziati che alimenta anche le discariche, senza aver programmato nulla rispetto sugli impianti per il riciclaggio ed il recupero di materia”; e “stabilire che l’aumento delle emissioni di polveri e diossine dovute al potenziamento al massimo carico termico dei 40 inceneritori esistenti (quantificato in circa un ulteriore milioni di tonnellate annue incenerite) e la costruzione di otto nuovi inceneritori con annessa ubicazione e capacità in ogni regione (quantificati in circa altri tre milioni di tonnellate annue incenerite) non sia un piano/programma nazionale da sottoporre a Valutazione ambientale strategica”. Saranno bloccati, quindi, la realizzazione di un nuovo impianto in Campania, previsto dall’allora governo Renzi, per soddisfare lo smaltimento dei rifiuti e la costruzione di una quarta linea per l’inceneritore di Acerra predisposta dal governatore De Luca.
Soddisfatti i comitati ambientalisti: “Oggi Davide ha battuto il Golia della lobby dell’incenerimento. In Italia c’è chi ha creduto di poter costruire otto nuovi inceneritori ed aumentare il quantitativo che attualmente si brucia in quelli esistenti, senza neanche fare la valutazione strategica ambientale, ma la giustizia europea ha detto chiaramente, quello che noi sosteniamo da anni: il decreto Sblocca Italia e la sua normativa attuativa violano la direttiva Ue relativa alla VAS” spiega Carmela Auriemma, l’avvocato degli ambientalisti e consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle ad Acerra.
Sull’ampliamento dell’inceneritore acerrano interviene anche il ministro dell’ambiente Sergio Costa che ha ribadito il no alla costruzione della quarta linea in vista della chiusura dell’impianto per 45 giorni prevista a settembre. “Sono fortemente contrario perché la quarta linea non risolve l’emergenza. Per realizzarla occorrono tre anni e in Campania l’emergenza è prevista a settembre. Le date non coincidono”.
(Ros. Ave.)