P A I S A’ – ‘E BACCALAIUOLI

Un’ altra avventura nello scritto per continuare a sognare.E’ da tempo  che lo faccio. Iniziai da bambino.Sognare è anche il recuperare ricordi e dare il giusto valore alla memoria, CASA TEATRO ne è l’ esempio.D’altra parte,il posto dove sono nato e cresciuto,quello che ho frequentato da piccolo e le persone che ho incontrato nella mia vita,sono destinate a rimanere per sempre nella mente e nel cuore. E’ per questo motivo che PAISA’ sarà un racconto a puntate, ove si soffermerà sulla bellezza dei “personaggi eccellenti”. In questo primo capitolo,scriverò su due persone che hanno rivelato nel corso della Loro esistenza un valore umano e sociale ed una originalità di interesse pubblico: zì LUIGI ‘o baccalaiuolo e Sua moglie la signora Nunzia. Luigi ESPOSITO nasce nel 1923 a S.Anastasia,comune alle falde del Monte Somma; fin da piccolo grande lavoratore e bambino educato.Elegante e fine nel Suo parlare e nel Suo modo di porsi,conobbe le gocce di sudore della fatica senza mai indietreggiare.Colto nel Suo sapere,conobbe giovanissimo una donna molto bella, Sua compaesana, tale Nunzia Fornaro,più grande di Lui di due anni,figlia di Salvatore,detto “Puttulessa”,perchè sempre con la camicia fuori i pantaloni. Nunzia la chiamavano ” ‘a padrona “, perchè proprietaria terriera e figlia di una famiglia benestante. L’amore tra Luigi e Nunzia era radicato di passione e complicità, ma non visto bene agli occhi del futuro suocero di zì Luigi, che metteva in dubbio questo sentimento. Il pensiero martellante ed interrogativo del ricco terriero era l’interesse di Luigi non verso la figlia, ma al suo patrimonio. Luigi, venuto a conoscenza di tale incertezza del Suo futuro suocero,comprò senza batter ciglio per ripicca e per orgoglio,un bellissimo appartamento vicino alla famiglia della Sua futura sposa,che non sfruttò mai,solo per dar credito che non gli interessava il patrimonio dei Fornaro, ma il viscerale amore che provava per Nunzia e dalla stessa corrisposto. Appena sposi, Luigi con carretta e cavallo iniziò il Suo percorso lavorativo,vendendo la Sua merce. Rimane incantato dalla città di Acerra,per la sua bellezza ma sopraditutto per la sua “acqua”,quella di Serino con fenomenali caratteristiche,grazie alla quale riusciva a rigenerare lo Stocco e dissalare il Baccalà con risultati mai ottenuti prima. Per questo decise di trasferirsi in pianta stabile in città: il Suo feudo divenne Piazza Catello. Comprò per 160.000 lire il primo negozio in piazza,ancora attivo e gestito dal Suo terzogenito Silvio. Ad Acerra ormai è legata la storia della famiglia Esposito. Dal matrimonio nacquero 9 figli,otto maschi ed una femmina. Vennero alla luce,in ordine Giuseppe-Salvatore-Silvio-Luisa-Mario-Pasquale-Vincenzo-Emilio e Carmine. I figli erano la scommessa tutta da giocare e vincere. Infatti,nove personaggi che hanno concorso allo sviluppo di strategie,per creare un sistema capace di generare competitività e miglioramento delle qualità del loro prodotto e del territorio.Con zì Luigi e la signora Nunzia,nasceva l’economia della bellezza e della innovazione anche sociale nella città.Esempio nel ricordare Mario presidente dell’Acerrana calcio,che tanto ha dato a questa squadra sportiva da rimanere nei ricordi storici di Acerra ed il contributo speciale per circa 25 anni nella processione del venerdì Santo. Sono oramai quattro le generazioni che continuano ad alimentare le “fatiche” di zì Luigi ‘o baccalaiuolo,importatori diretti di Stoccafisso e Baccalà. Da poco c’è stata l’inaugurazione di una stupenda location nel cuore di piazza Castello,da parte del nipote Luigi figlio di Silvio. Si tratta di una norceria-wine bar-baccaleria,piccolo salottino gastronomico con la vendita di vini selezionati attraverso una ricerca sul territorio. Nasce questa nuova avventura dal sapore antico,come protagonista il Baccalà. Zio Luigi attraversa il lato della strada nel 1982, mentre la signora Nunzia nel febbraio del 2008.Non ho scritto il sostantivo femminile “morte”,perchè le funzioni vitali di questi personaggi sono ancora vive nel continuo della famiglia Esposito. Finisce qui il racconto,seppur breve,ma non terminerà MAI quello che i protagonisti hanno lasciato in eredità…amore,rispetto,educazione…verso gli altri e per la città. Hanno accompagnato la mia fanciullezza e giovinezza.Sono stati il riconoscimento di una superiorità morale,dopo quella dei miei genitori,di nutrire e provare amore verso il prossimo. Settant’anni fa ad Acerra si “campava” con atteggiamenti che favorivano le relazioni interpersonali adeguate e soddisfacenti,con riverenza e riguardo. Oggi la storia è cambiata. Si deve “morire” per “campare”…!!! tanto dovevo e così scrissi: …chest’è –  il -MARCHESE-

 Vincenzo M. Pulcrano

Autore dell'articolo: Vincenzo M. Pulcrano

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