Il giusto e l’ingiusto

Solo questione ambientale?

Da inizio anno sul fronte ambientale siamo stati travolti da una sequela di cattive notizie: a Febbraio l’inchiesta della testata giornalistica fanpage.it “Bloody Money” in cui abbiamo potuto verificare ancora una volta la ‘potenziale’ permeabilità del sistema di smaltimento rifiuti della Regione Campania alle pressioni illecite, a Marzo l’inchiesta della trasmissione Report “girano le eco-balle” in cui ancora una volta ci sono state mostrate le falle del sistema Italiano di gestione dei rifiuti infine del venerdì prima di Pasqua la notizia dei sospensione del carcere per gli oramai famigerati imprenditori dello smaltimento rifiuti di Acerra, fratelli Pellini, giudicati nel corso del 2017 colpevoli di un grave disastro ambientale.

Queste notizie ci indicano ancora una volta che nel settore dei rifiuti sono in gioco ingenti capitali, che l’agire illecito continua a produrre lauti guadagni e sostanziale impunità. Procedendo oltre la giusta indignazione che assale ognuno e analizzando la questione sul profilo etico ne concludiamo che l’ambiente è considerato come un ‘semplice’ mezzo di produzione al pari degli altri.

Questo principio è un comune modo di intendere le cose che possiamo definire come l’etica “dominante”, in nome di questa etica nel campo dell’economia per la produzione di merci, si parla di risorse ambientali, umane, etc., a cui assegnare un costo da minimizzare per incrementare i profitti. Allo stesso tempo gli individui alle prese con bisogni reali ed indotti non percepiscono il reale “valore” delle merci in termini di sfruttamento del lavoro umano ancor meno di risorse naturali. Contrariamente a questa evidenza nel nostro territorio è facile verificare come negli ultimi quindici anni molte sono state le manifestazioni sul tema ambientale mentre poche sono state le manifestazioni in occasione di morti e infortuni permanenti sul lavoro eppure ogni giorno in Italia due persone perdono la vita mentre cinquanta rimangono infortunate in modo permanente. Seppur negli incidenti sul lavoro vi sono casi di fatalità nella maggior parte di essi le cause sono da cercare nell’accelerazione dei “cicli di produzione” in ossequio al mantra della minimizzazione del costo del lavoro.

Come mai si è verifica questa disparità di reazione ?

L’ambiente nella nostra coscienza conta più dell’uomo? La risposta può essere la seguente: siamo interessati alla questione ambientale quando percepiamo che è in gioco la nostra salute. Questa pecezione genera una giusta e necessaria ribellione che da sola non è sufficiente ad invertire l’ordine delle cose ma che è un “tesoro” da canalizzare nell’elaborazione di una nuova etica collettiva rispettosa dell’uomo e della natura. In ultima analisi la questione ambientale mette in luce una vecchia grande questione ovvero la revisione delle nostre categorie collettive del giusto e dell’ingiusto!

Armando Petrella

Autore dell'articolo: Armando Petrella

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