Si celebra la giornata internazionale delle donne. Fu proposta da Clara Zetkin, nata Eisner, nella Conferenza Internazionale di Copenaghen del 1910. La marcia delle donne, per la pari dignità dei sessi, è stata lunga e data 8 marzo risale al 1917, quando a San Pietrogrado in Russia, le donne marciarono contro la guerra che aveva causato milioni di morti e fame. Lenin, dall’esilio in Svizzera ritornò in Patria e presentò le Tesi d’Aprile.
Bisogna aspettare il 1977, quando le Nazioni Unite stabilirono l’ufficialità della ricorrenza. L’8 marzo festeggia l’universo femminile delle donne: mogli, madri, nonne, sorelle, amiche, compagne, perché, come ha detto Papa Francesco, la donna porta armonia, senza la donna non c’è armonia. È lei che porta quell’armonia che ci insegna ad accarezzare, ad amare, donando amore con tenerezza, amore gratuito. La donna ha doti umane, che gli uomini ignorano, la delicatezza, la dolcezza, la generosità sentimentale, la tenerezza, la bellezza, non quella degli spot televisivi. Pensate, la bellezza di Elena scatenò la guerra di Troia.
Elena, moglie di Menelao, fuggì con il principe Paride. Il re Menelao la voleva e Paride non la voleva cedere. Fu la scintilla della prima guerra storica di Troia, che, con il cavallo ideato dall’ingegnoso Ulisse, fu assalita ed arsa dalla lega dei Greci, che, in verità, volevano il predominio politico ed economico. Ma Elena è la bellezza assoluta, irragiungibile, che nessuno potrà mai definitivamente possedere.
Le donne, dopo la seconda guerra mondiale, hanno intrapreso pubbliche attività, professioni, mestieri hanno assunto responsabilità politiche e sociali, impegni importanti per costruire un’Italia progredita e migliore. Tutto ciò, senza perdere il sentimento della maternità, desiderando sempre la bellezza della famiglia e dei figli. Le donne sono sempre più presenti nel mondo del lavoro ed in tutti i settori della vita pubblica e sportiva, affermandosi nelle scuole, negli ospedali, nei trasporti mettendo in discussione la forza degli uomini. Negli ultimi trent’anni, le donne sindache sono passate da 145 nel 1986 a più di mille negli anni 2000, amministrando città come Roma e Torino, mentre negli Stati Uniti, dopo il voto del 2018, 92 donne siedono in Parlamento e 19 sono le governatrici. Ad Acerra, nel 2015, sono state intitolate strade alle prime “vammane”, Boenzi Concetta e De Tullis Maria, madre dell’ostetrica Gemma Mangiarulo, ed alla prima donna medico pediatra Ginevra Sanguigno.
Oggi le donne sarde sono in prima linea per la battaglia del latte. Ecco, l’8 marzo è buona ricorrenza per affermare che la parità dell’uomo e della donna è un bene per tutti e per dire basta con la violenza sulle donne. In fondo, anche se ci sono giornate amare, le donne hanno un cuore, tanto grande che Fiorella Mannoia canta:Siamo così, diciamo sempre un altro sì.
Antonio Santoro