Esercitare un diritto democratico fondamentale come il voto comporta grandi responsabilità. Tale diritto, infatti, permette all’individuo di scegliere i propri rappresentanti istituzionali,affinché possa un giorno vedere concretizzarsi buona parte dell’idea di società che possiede.
Le elezioni politiche del 4 Marzo 2018 hanno regalato uno scenario nuovo e inaspettato, considerando anche i sondaggi preelettorali. I partiti che a più riprese hanno governato in questi decenni si sono visti dimezzare i propri consensi, facendoli confluire perlopiù nel Movimento 5 Stelle e nella Lega. Anche Acerra è tra i comuni che ha scelto il M5S come prima forza politica della città, raggiungendo poco più del 65% dei consensi, con circa 18.000 voti ottenuti e riuscendo a far eleggere nel suo collegio tutto il listino del proporzionale in entrambe le camere, i due candidati dell’uninominale ed è riuscito persino a spalmare un seggio nella provincia di Avellino.
Elencare le cause di questo trionfo non solo vuol dire bocciare totalmente l’operato politico di chi ha governato in questi anni, ma soprattutto dire che si è riusciti a riportare al centro l’attenzione dei temi che toccano la nostra realtà locale e nazionale. È anche vero che se il tuo maggior rivale è un illustre esperto d’arte che possiede la capacità di beccarsi tre querele per diffamazione al giorno, tutto diventa più facile, ma non è questa la causa della vittoria dei pentastellati.
Il messaggio è stato chiaro, chi ha governato in passato ha perso totalmente la credibilità che in assenza di valide alternative si era guadagnata. Quando ci si ritrova con la disoccupazione giovanile ai massimi storici,la sanità mal funzionante e l’ambiente in condizioni critiche, è difficile credere a chi ti pone davanti le soluzioni dopo esser stati fautori di una politica che non ha fatto altro che causare danni in questi decenni.
In queste elezioni la classe dirigente si è rinnovata, ma gli elettori sono quasi gli stessi: cosa ha spinto ad invertire la rotta? Eppure è passato meno di un anno dall’11 Giugno 2017, data delle ultime elezioni comunali che hanno visto trionfare per la seconda volta il sindaco Lettieri con ben 21002 voti, staccando di gran lunga la lista del M5S, sostenuta dal candidato sindaco Auriemma che per poco riuscì a superare la soglia di sbarramento, ottenendo poco più del 7% e un 4% scarso per la lista. Se si ritornasse oggi alle urne per eleggere un nuovo sindaco,il 65% dei consensi sarebbero confermati o le comunali sono un sistema più complicato da decifrare? Si è trattato di un voto d’opinione o altro?
Senza alcun dubbio si tratta di due tipologie diverse di elezioni, pur avendo al centro le stesse questioni, gli stessi temi e le stesse problematiche. Il voto d’opinione è soggettivo e tiene conto della visione che un elettore possiede rispetto ai fatti, che possono essere ambigui o meno agli occhi delle persone. Ma se il consenso ricevuto un anno fa dal sindaco attuale non è stato un voto di pancia, cosa ha portato gli elettori a correre in massa per dare fiducia al M5S nel solo periodo di un anno? È difficile pensare che sia stato premiato per le proprie capacità amministrative un sindaco che ha governato in maniera incolore durante l’arco del suo primo mandato.
Una cosa è certa, il regno dei 21002 è molto più difficile da analizzare rispetto ai 18.000 voti presi dal M5S alle nazionali. Quello che possiamo fare noi è continuare a partecipare attivamente alla vita politica per dare un segnale a chi di questo campa. Questa terra ha bisogno di ritornare a respirare e finché ci saranno le stesse persone da 25 anni a decidere per noi,nulla potrà mai cambiare e i responsabili di questo sfacelo saremo solo noi,perché i cattivi governi sono frutto della stupidità degli uomini.
Christian Gargiulo