Acerra annaspa tra l’indifferenza sotto deliri di potere, compiacenza di certa stampa e società civile

In un mese Acerra ha subito l’umiliazione della scarcerazione dei Pellini, il ritrovamento di vasche di amianto nel cantiere del Primo Circolo, la desertificazione della zona industriale, la morte del centro storico e una crescente insicurezza il tutto in una irreale indifferenza rotta da poche voci

Sarà per l’assuefazione, sarà per lo sconforto, sarà che dopo le tante e troppe umiliazioni subite ci siamo stancati; qualsiasi cosa sia camminando tra le mura di questa città sento un forte senso d’indifferenza. Quella che era un tempo la città in grado di liberarsi da sola dalla dittatura nazifascista, in grado di ricostruirsi e di riconoscersi in comunità, in grado di stare insieme per trovare nell’unione la forza, si trova oggi ostaggio di un sistema che l’ha divisa e ghettizzata. Una forte indifferenza comunitaria che ci porta a non interessarci verso qualsiasi fatto che non tocchi il proprio “orticello”, come se non facessimo parte di una grande interdipendenza.

Che ci importa se gli eco-assassini condannati per disastro ambientale aggravato già a soli sette anni possono ritornare a piede libero dopo appena 10 mesi? Che ci importa se nel cantiere del Primo Circolo, uno degli edifici storici di Acerra, sono abbandonate a se stesse vasche di amianto? Che ci importa se la Doria chiude? Che ci importa se il centro storico è un cimitero con bare al posto di panchine? Che ci importa se ci sono rapine e furti e a certi orari Acerra sembra un far-west con piazze di spaccia nel cuore della città?

A chi importa se non ai diretti interessati? Mica colpisce il proprio “orticello”!

E con quest’atteggiamento se oggi ci ritroviamo a vivere in questo contesto cittadino di cui ci lamentiamo tanto. Appena un anno fa, in questo periodo, più di 500 candidati si presentavano per rappresentare la città, parlavano di “orgoglio Acerrano” di “ora si cambia” de “la giusta direzione”, che fine hanno fatto? Erano solo slogan o sono stati anch’essi contagiati dall’indifferenza?

Ad oggi vediamo che le tante sedi, le tante persone che si erano proposte per il cambiamento sono scomparse pronte tra qualche anno a risalire sulla scia dell’opportunità per prendere uno scranno in consiglio comunale.

Italo Calvino asseriva che le città sono costruite da desideri e paure, noi oggi presi dalla paura ci siamo chiusi in noi stessi dimenticandoci della bellezza della nostra Acerra, dell’abbraccio che solo questi vicoli sanno dare; dobbiamo abbandonare l’indifferenza ed avere il desiderio di cambiare realmente la nostra città, oltre il nostro orticello, oltre i nostri bisogni personali. Solo così potremmo rinascere come comunità forte ed orgogliosi della nostra identità altrimenti saremo destinati all’egoismo e ad estinguerci.

Michele Paolella

 

 

Autore dell'articolo: Michele Paolella

Michele Paolella è un giornalista, scrittore e blogger napoletano nato a Maddaloni (CE) nel 1994. Iscritto alla facoltà di Giurisprudenza alla Parthenope di Napoli dopo aver conseguito la maturità classica all'Alfonso Maria de'Liguori. Da aprile 2018 è Direttore Editoriale de Il Pappecio - l'Osservatore Acerrano.

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