Seduto in salotto in compagnia del dott. Raffaele Tagliamonte, figlio di Costantino, fratello del senatore
Francesco. Un bicchiere di nocillo, un sigaro toscano ed iniziamo a parlare di questo grande figlio acerrano
che ha segnato anche la mia crescita professionale. Lo ricordo come uomo profondamente meridionalista, ma
al tempo stesso e, precorrendo i tempi, uomo di quell’Europa che egli stesso ha contribuito a realizzare. Da
questo incontro prendiamo anche spunti dal libro di Eugenio Russomanno “Il meridionalista europeista”
delle edizioni Akery music. Tagliamonte seguì da vicino le vicende del cosiddetto rilancio europeo, a partire
dalla Conferenza di Messina, che, sotto l’impronta della teoria funzionalista di Monnet, condusse alla
stipulazione dei trattati di Roma che diedero vita alla CEE. Ne appoggerà costantemente gli indirizzi, vista la
sua lunga permanenza in questo ambiente come funzionario della Ceca prima e della Delegazione
permanente dell’Italia presso l’U.E. dopo. Nel suo impegno al servizio del paese presso questa struttura,
Tagliamonte orienterà in maniera decisiva e costante la sua vocazione europeista. Scriveva in quegli anni
“…E’, dunque, necessario che il nostro paese abbia una sua coerente politica estera, coerente con quelle che
sono non solo le sue necessità, ma anche e sopratutto le scelte fondamentali che si devono fare per
l’avvenire”. Tagliamonte contribuì a creare una nuova “frontiera” della politica, un modo nuovo, fatto di
coerenza, di caparbietà, di onestà e di dedizione. La sua “frontiera” non fu mai un insieme di promesse, ma di
sfide. Egli, nei mandati elettorali ricevuti, alla Regione prima e al Senato poi, come nel ruolo delicato di
Sindaco di Napoli, non si chiese mai: “cosa intendo offrire al popolo, ma ciò che intendono loro chiedermi”.
Il Tagliamonte politico ha sempre scelto una posizione da “nuova frontiera”, fatta di partecipazione, di lavoro
duro per ed in favore del popolo che lo aveva eletto, di rispetto profondo per il partito che lo aveva
candidato, ma ancor di più di coerenza e fedeltà alle istituzioni che serviva. Uomo e politico di altri tempi.
Queste sono frasi e concetti che mai si sognerebbero di dire i “politici di oggi”. Come responsabile della
formazione e dello sviluppo della Cassa per il Mezzogiorno, ma anche come primo assessore della Regione
Campania al bilancio e alla programmazione, Tagliamonte lavora per la crescita umana e territoriale della
sua regione in particolare e del mezzogiorno in generale. In queste vesti sviluppa politiche tese alla crescita
di quel mezzogiorno d’ Europa cui dedicherà la sua vita politica ed umana. Tagliamonte fu amato da tutti.
Persona schietta, sincera, riservata, creativa, era una persona dal vissuto quotidiano. Ho avuto il piacere di
conoscerlo. Muore nel 1998. Acerra da quel giorno ha perso un figlio come “punto di riferimento”.
…chest’è… il Marchese
Vincenzo M. Pulcrano