Il livello del dibattito politico non ha mai raggiunto, nel nostro Paese, livelli così bassi e scadenti. Questo sia per profili etico – culturali che per argomentazioni, ma soprattutto per manie di protagonismo e sempre più spesso per strategie. La storia c’insegna che in momenti di eccezionali problematicità la società esprime personaggi eccezionali, risoluti, che nei momenti di difficoltà sono capaci di scelte coraggiose, anche traumatiche, che chiudono con il passato per dar vita ad una stagione nuova, del cambiamento. Non è questione di destra o di sinistra. Questo giornale non è interessato ai partiti, ma si appassiona ai problemi, quelli veri che riguardano il territorio. E questo è un problema a volte fastidioso per chi è chiamato al governo del Paese? E’ mai possibile che oggi tutte le forze politiche si concentrano solo ed esclusivamente su come scrivere un twitter o peggio su dichiarazione spesso dal contenuto sterile e denigratorio dell’avversario politico? Il Paese non ha bisogno di questo. E’ questa l’agenda politica? E’ questo il piano di lavoro politico? Si dimenticano i giovani il lavoro e soprattutto le economie depresse del territorio. Che pena. Da qui lo sconforto di chi vede crollare tutto, senza che nessuno proponga un piano alternativo credibile non inficiato dalla demagogia e dalle manie di protagonismo. Nulla bolle in pentola, almeno per ora è così. Il dato inquietante è che più preoccupa è l’incompetenza ed impreparazione che caratterizzano numerose figure della politica, soprattutto locale, che devono a piaggeria e servilismo tutte le loro fortune e che a veder sfarfallare elementi giuntali di numerose amministrazioni ti viene solo da piangere. O da ridere, che è pure peggio. Ed allora si riflette, ed il pensiero più naturale parte dalla consapevolezza che ci hanno rubato il potere di partecipare,di decidere,quello che andrebbe affidato ai più capaci e non ai più furbi o spregiudicati. Ma il popolo ha vigilato? Si è mai indignato o sdegnato? Se esprimiamo stupore per un figuro che poi è anche amministratore della cosa pubblica forse lo abbiamo votato anche noi. La politica ha bisogno di altro, non certo di personaggi che hanno fatto di questa nobile arte un lavoro e che in virtù della propria “esperienza” spesso ne dettano i tempi. Magari qualcuno gli ha detto “bhè… pensaci tu”, e quindi ci siamo abituati a ritenere che le truffe, la corruzione ed il falso non siano più tanto gravi e che la responsabilità del degrado sia anche “cosa nostra”. Serve sia il cambiamento che le alleanze liberali eticamente limpide, dove destra e sinistra, ma soprattutto le forze alternative e riformiste si alleino e si ispirino a virtù più nobili con l’obiettivo di restituire alla politica il ruolo primario che le spetta in una società.
Antilope Cobbler