Ad Acerra oltre a quanto emerge in merito alla cattiva amministrazione, bisogna anche registrare la totale assenza dei partiti politici locali, esclusi, anche per scelta, dal dibattito pubblico, soprattutto in merito delle tante vicissitudini che hanno condizionato la vita sociale e politica della città. Accadimenti riconducibili sia ad alcuni amministratori, che a procedure amministrative “dubbie“ di governo locale. In un territorio che annovera la presenza di un notevole numero di liste civiche è bastata una “virgola“ a segnarne il suo destino politico? Che fine hanno fatto i partiti? Non è una questione né di destra, né di sinistra e né di centro. Sono tutti scomparsi? Oppure non si riesce ad andare oltre il proprio circolo cittadino? In questa città la politica dei partiti, quella che dovrebbe appartenere ai cittadini è stata “fatta fuori“ non tanto dalla “virgola” che rimane solo un segno di interpunzione, ma da un meccanismo innescato già da qualche anno, che ha nel clientelismo, nella presunzione e nell’arroganza le sue armi migliori. Gli obiettivi raggiunti dai comitati e da altre istituzioni hanno decretato il fallimento di questa amministrazione “civica“, ma ciò non basta. E’ indispensabile che il popolo si riappropri delle sue libertà, oggi scarsamente esercitate. E’ altrettanto importante che gli stessi attori citati poc’anzi, profondano la stessa passione anche nei confronti di altre criticità del territorio . Tuttavia, quello che più ha condizionato la resa, e quindi l’oblio e l’allontanamento dai partiti è, verosimilmente, imputabile in gran parte ai cosiddetti elettori storici, spesso ritenuti leader vere guide politiche, ma che alla prima occasione “ghiotta“ hanno barattato la propria fede politica per una manciata di lenticchie. Altro che ideali….!!! E’ pacifico ipotizzare, che gli stessi, saranno protagonisti di ipocrite iniziative di rilancio dei valori , dichiarandosi l’unica alternativa politica a quella l’attuale. Il vento cambia e la bandiera si dispone sottovento … nel mentre “il gattopardo“ si rinnova nella sua mediocrità sociale e umana. Intanto ad Acerra governano le civiche, che a volte civiche non sono. Gli fa da contraltare una timida opposizione che fino a “ieri“ vestiva la stessa maglia dell’attuale maggioranza. Tra i tanti dubbi, quello che più suscita inquietudine ,ma pretende adeguata risposta è: ma la partita politica che si dibatte, in città e non solo, può essere falsata? Lo scontro politico che avviene, anche durante consiglio comunale é combattuto con armi giocattolo, oppure caricate a salve ?? A quando un vero e redditizio confronto?? Molti in città ritengono che sia la maggioranza che la minoranza falsino il dibattito, utilizzando, all’occorrenza, sia la retorica politica che prudenza dialettica. Pertanto i messaggi ne diventano interpretabili ed intellegibili solo agli addetti ai lavori, ai cosiddetti iniziati. Un vero codice.?? Forse no, ma la realtà è questa. Anzi, considerano gli interventi dell’opposizione paragonabili ad quello di una vettura che procede con il freno a mano inserito. Solo dimenticanza, prudenza di “guida“ oppure paura di sbattere, irrimediabilmente ??? A questo si aggiunge l’afasia dei partiti, quelli che hanno sempre stimolato al confronto facendone opinioni ed appartenenza politico- sociale. Come mai non si va oltre? Questi, da tempo, limitano la loro presenza al semplice, a volte sterile comunicato stampa dell’occorrenza. La politica cittadina deve fare di più, molto di più, soprattutto quando si è organici ai partiti di governo di una Nazione. Intanto nell’assordante silenzio dei partiti, le civiche si rafforzano, amministrano, appaltano, commettono incarichi, reclutano ed avanzano con spavalderia , quasi ad esorcizzare quel “fumus persecutionis“ che annebbia , da un po’, gli uffici di Viale della Democrazia ed alcuni suoi frequentatori. Acerra è di più, molto di più!! Serve solo il coraggio del cambiamento, la partecipazione dei giovani e la consapevolezza che il proprio voto può definire il perimetro per una nuova e buona politica, avulsa da tanti luoghi comuni, ma soprattutto dai silenzi, ombre e figure di cartone con i quali, la città, da oltre un decennio è obbligata a convivere.
di Vincenzo Angelico