C’era una generazione che correva dietro un pallone inseguendo un sogno; non c’erano ancora tutti i miliardi che girano adesso nel calcio e dietro una vittoria c’era molto di più di un semplice risultato sportivo. Chi negli anni ‘80 ha indossato la maglia del Napoli aveva su di se un enorme responsabilità, sociale e umana; si caricava l’umore di un popolo che subiva lo stigma del colera, del terremoto, della criminalità, come se l’ex capitale del Regno delle due Sicilie non avesse altro da offrire.
Una narrazione già scritta dagli altri finché a un certo punto cambiò il finale; quelli furono gli anni della rinascita, anzi della rivalsa. In quel Napoli dei sogni, dove il calcio abbracciava il talento, la fatica, l’arte e la cultura, si realizzò il miracolo sportivo sulle ali del più grande calciatore della storia. In quel gruppo c’era anche Pietro Puzone. È ciò che ripercorrere nel suo nuovo libro, “Mi manda Puzone”, il direttore Rosario Aversano; in quelle pagine è condensata la storia di una vita che può incarnare la parabola passata, presente e futura non solo del Napoli calcio, ma dell’intero territorio.
La brama, l’abnegazione, il trionfo, la caduta e la rinascita; il non arrendersi e l’andare oltre gli ostacoli che possiamo incontrare sul lungo percorso della nostra vita. Storie che consegnate alla penna possono diventare fonte di ispirazione e insegnamento.
La presentazione si terrà il 29 giugno alle 19 presso la coorte del Castello Baronale e verrà trasmessa in diretta sulla pagina facebbock de “Il Pappecio”.
Michele Paolella