Ad Acerra bisognerebbe scrivere di altro: la fine della chiusura sociale, la città che rinasce e tanto altro, ma gli ultimi fatti accaduti ci impongono di riportare alle attenzioni del lettore le ultime disfatte politiche di questa amministrazione comunale. Il riferimento è al termine “camorrista” utilizzato dal presidente del consiglio rivolgendosi ad un consigliere di minoranza, meglio di opposizione Avv. Carmela Auriemma – tutto accaduto nella consiliare del 27 maggio scorso. Tutto ciò è deprimente ed angoscioso, anche solo per il fatto che il comportamento è stato adottato da alcuni “DEUX EX MACHINA”. Da questi proprio non c’e lo aspettavamo, è sconcertante, mentre la deprimenza promana dall’assoluto silenzio della maggioranza e dei suoi tanti soldatini di piombo. Questo accade quando, purtroppo, non si conoscono le responsabilità degli amministratori, qualche giudice direbbe che anche il silenzio genera complicita’. Chi scrive non la pensa cosi, ritengo il mutismo dei consiglieri, come una scrupolosa osservanza degli ordini ricevuti. Faranno sicuramente carriera, e questo fa piacere, fa meno piacere accettare l’immobilismo, che è secondo solo alla Sfinge. Acerra ha bisogno di rappresentanti che si adoperino per il paese, che sappiano individuare e rappresentare nelle sedi opportune le criticità del territorio, ma soprattutto quando il momento lo richiede, abbiano uno scatto di orgoglio ed innalzino le loro voci nell’assise privilegiando gli interessi del paese, con obiettività e competenza. Ad Acerra, purtroppo, da circa un decennio non è cosi. Paura, timidezza, bhà. Forse incompetenza? La politica, quella sincera, quella verace, ne esce sconfitta. Eppure la consigliera Auriemma desiderava porre all’attenzione del consiglio la realtà cittadina, anche alla luce degli ultimi fatti di criminalità accaduti. Per la maggioranza, rappresentata dal presidente “superpartes” Andrea Piatto era un’occasione politica da condividere, da mutuare, ed invece solo invettive, peraltro che rasentavano il patetico.Poi presidente quel “ spegnete il microfono” è stata la ciliegina sulla torta ed ha rappresentato un pessimo esercizio di democrazia. Peccato, perché da certi amministratori di lungo corso non te lo aspetti, proprio non te lo aspetti, soprattutto da uno che, a detta di molti, aspira alla carica di futuro sindaco della città. L’occasione oramai e persa, ciò che e fatto e fatto…i latini direbbero: aleia iacta est. Il termine “camorrista” è stato pronunciato ed a poco servono i chiarimenti. Il presidente del consiglio, da buon istrione ha preso tutta la scena, peccato che gli applausi siano stati rivolti ad Auriemma. E’ della stessa idea della consigliera il vescovo Di Donna che nell’omelia domenicale dal pulpito tuonò contro il mutismo dell’amministrazione e la sordità del sindaco verso un problema cosi penalizzante per la città, ossia il dilagare della criminalità impreziosita da alcuni omicidi verificatesi, sottolineando il perenne disagio sociale ed ambientale. Dal pulpito si tuona, qualcuno corre ai ripari, seppur con sterili comunicati stampa, ma il piatto si è rotto. Molti ritengono che i comunicati stampa della casa comunale siano solo propaganda live…… Si può fare di meglio, alzare l’asticella degli obiettivi, ma forse questa amministrazione non ha nelle gambe l’energia sufficiente. Il paese si chiede: se si definisce CAMORRISTA Auriemma – consigliera comunale di opposizione, quindi parte soccombente, solo per il vano tentativo di chiedere una discussione sulla escalation della criminalità, come definirebbe, presidente, l’amministratore pubblico che con artifizi e raggiri pone in essere atti e fatti amministrativi eludendo, con astuzia, le norme che regolano il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione, spesso imponendo la propria autorità? Tanti acerrani “votanti” questi comportamenti li definiscono con un solo termine “camorrista”. Per fortuna, a parte questo episodio, nella casa comunale non c’è alcun abuso di autorità, però qualche “cattivo” non ci crede.!!!” Tanti invocano la trasparenza…che prima o poi ci sarà e la speranza è ultima a morire…ed il vaso di Pandora ancora ci viene in soccorso. Nel frattempo si invia il regolamento del consiglio comunale al Vescovo di Donna. A quale prò? Che ci fa con il regolamento il Vescovo? A Sua Ecc. Di Donna serve la sostanza e forse, da uomo di fede, ricambierà l’omaggio donando un libricino di preghiere da distribuire a tutti gli amministratori di maggioranza. Siamo all’assurdo !!!!.Tuttavia, in considerazione della disfatta politica patita, in data 3 giugno, ad opera dell’amministrazione, veniva indetta un assemblea comunale monotematica sulla criminalità. Pensate un pò, il pulpito tuona e poco dopo il monotematico. Ormai i “navigati politici” navigano a vista e da tempo hanno perso la bussola. Peccato per questa amministrazione, un’altra defaillance, invitano tutti previo accredito a partecipare, le scuole le associazioni, gli enti, ma nessuno pensa ad invitare il Vescovo. Occasione persa, non rimediabile. Altra opportunità politica mancata, non colta, e risulta che anche questo consiglio comunale si sia chiuso con un nulla di fatto, mentre è da encomiare il comportamento un consigliere di opposizione che impavido tende la mano al governo della città, forse nella speranza che qualcuno l’afferri e la riscaldi. Alla fine viene propinato l’ennesimo laconico comunicato stampa, senza fantasia, senza certezze, atarassico dal quale emergono solo una serie di “UNISCITI A NOI”. Molti cittadini si unirebbero a voi, se solo si dimostrasse maturità politica, trasparenza, si renderebbero noti gli atti che i consiglieri di opposizione richiedono ai dirigenti senza riceverli, o peggio riceverli con ritardo, se si aprisse ad un confronto, se si rendessero pubblici gli atti riguardanti i concorsi , se si giustificassero le assunzioni , anche a tempo determinato, ma soprattutto se si rendessero pubblici i dati spesa di quanto è stato assegnato al comune di Acerra per fronteggiare le emergenze sociali COVID 19. Penso, malgrado tutto, che pochi risponderanno all’appello ed i numeri rimarranno quelli che sono; purtroppo agli acerrani che ancora ci credono nello sviluppo sociale ed economico del paese rimane solo il conforto di un “PULPITO CHE TUONA”; mentre lo sconfortante prodigarsi di “QUALCUNO CHE ARRANCA” e di un “PIATTO CHE SI E ROTTO” rappresentano gli elementi necessari per un dipinto di natura morta. E, non finisce qui…….!!!!
di Vincenzo Angelico