La città ritorni al centro!

Disfatta e rinascita? È la domanda che tutti si pongono, ma è anche il campanello di allarme di molti simpatizzanti del Movimento 5 Stelle. Dopo i festeggiamenti per il decennale della fondazione, calato il sipario e spenti gli entusiasmi, resta solo lo spazio per le perplessità. Ritengo che la parabola discendente del M5S sia da ricondurre alle ambiguità che via via si stanno evidenziando. Le stesse ambiguità che, nel rinnovarsi, creano motivo di grande preoccupazione per la democrazia del Paese.

Il MoVimento oramai fermo, è strutturato in maniera tale che le emergenti ambiguità generano negli elettori la difficoltà a comprenderne, non solo la collocazione, ma anche alcune allocazioni all’interno del panorama politico nazionale. L’analisi è d’obbligo. È da un po’ che all’interno dell’armata brancaleone si sono delineate alcune figure che senza dubbio alcuno presentano criticità in virtù dei principi ispiratori che ne hanno favorito la nascita. Oggi emergono nel movimento cinque figure che possiamo definire pentaleaders ossia Di Maio, Conte, Fico, Casaleggio figlio e da ultimo Grillo. E gli altri? Che fine hanno fatto gli esponenti storici del movimento? Spariti nel nulla o zittiti da Rousseau? Ai posteri l’ardua sentenza. Ed eccoci alle ambiguità: i militanti leader sono solo due, Di Maio e Fico, eletti ed eleggibili. Conte non eletto, ma risucchiato e naturalizzato grillino, a seguire Casaleggio non eletto e non eleggibile, ma comunque padrone della piattaforma Rousseau e quindi imprenditore della politica del movimento.

Qualche attento osservatore potrebbe osservare il conflitto d’interessi, ma Berlusconi non rappresenta più un pericolo e quello che valeva per gli altri oggi non vale per il Movimento. Dulcis in fundo Giuseppe Grillo detto Peppe, di mestiere pagliaccio che, non eletto e non eleggibile, è  paradosso dei paradossi garante. Queste le ambiguità. Le stesse che hanno disorientato tanti elettori, ma anche impoverito i tanti meetup sparsi nella penisola. Tutti aspettano una risposta che il capo politico stenta a fornire. A volte pare che si arrampichi sugli specchi in cerca di parole interlocutorie per calmare gli animi. 

Questo il disagio a comprendere le ragioni che possono tenere l’elettore innamorato del movimento. Un disagio sofferto dai tanti rappresentati e portavoce locali, che con abnegazione, credono nel movimento ed in tutto ciò che si realizza  per i territori. Testimone eccellente del nostro territorio è la portavoce acerrana del M5S, l’avvocato Carmela Auriemma, che con  dedizione cerca di dare una risposta al territorio ed ai cittadini . Guerriera nata, l’Auriemma. Gratificata del consenso cittadino, paga il prezzo del confronto con un governo cittadino a matrice monarchica, dove i tanti vassalli pur di non indispettire il re ne soddisfano i bisogni, soprattutto amministrativi. Tuttavia encomiabile l’impegno del movimento che si può ritenere l’unica voce dell’opposizione all’interno del consiglio comunale, anche se a detta di molti sembra, a volte, un cane che abbaia alla luna.

A riguardo giova ricordare a chi governa, che una buona politica, quella trasparente, quella che permette ai cittadini di valutare l’operato dei delegati, e quindi di stilare anche una pagella dei propri consiglieri eletti si basa sulla democraticità dell’azione amministrativa. Non servono consigli comunali lampo, se non ad alimentare dubbi e perplessità su atti e fatti di gestione cittadina. Serve un serio confronto politico tra tutte le forze politiche, dove maggioranza ed opposizione elevino, per quanto possibile, il valore della politica locale smentendo il vecchio adagio  del “chi ha il potere comanda” con chi “ha il potere amministra”. È auspicabile, pertanto, che le già danneggiate forze di opposizione facciano uno sforzo in più per essere puntuali, critiche, ma soprattutto elaborino un progetto costruttivo fattibile dove i bisogni cittadini  abbiano la centralità rispetto a tante minuzie.

A questo sono chiamate le cosiddette minoranze. Speranze riposte sia per la vivacità politica dimostrata che nell’impegno profuso dai consiglieri Auriemma e Montesarchio. Per gli altri rappresentanti delle opposizioni, in mancanza di materiale politico prodotto e valutabile, non si esprimono valutazioni e non si ripongono speranze.  Tutto questo affinché la luna, mossa da consapevole responsabilità (cosa molto difficile) possa dedicare attenzione al can che abbaia. 

Vincenzo Angelico

Autore dell'articolo: Vincenzo Angelico

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