Il compito primario della politica è quello di immaginare orizzonti a lungo termine programmando e creando le condizioni affinché i cittadini di oggi, ma soprattutto quelli di domani, possano vivere appieno un territorio. Alcide De Gasperi asserì “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”, calando questa affermazioni nella realtà Acerrana viene automaticamente forte un sentimento di sconforto. Ma forse non è detto. Se pensiamo com’era Acerra trent’anni fa, ci ritroviamo dinanzi una città totalmente diversa. Ancora a trazione agricola, ma che vede nell’industria un volano per una rapida crescita, che c’è stata.
La popolazione è cresciuta di oltre le ventimila unità, sono nati nuovi quartieri residenziali e la mentalità si è progressivamente spostata verso un apparato metropolitano. Guardate bene che ciò non è stato un bene, affatto. L’industria, dopo aver sfruttato il territorio, gli ha lasciato enormi cicatrici, soprattutto ambientali. La rapida urbanizzazione ha sfregiato suoli un tempo agricoli e la crescita della popolazione non è stata seguita con un incremento delle infrastrutture. Tornando ad oggi, le possibilità che si aprono davanti a noi sono sconfinate. Il progresso tecnologico e infrastrutturale hanno avvicinato luoghi, spazi e idee portando Acerra, soprattutto geograficamente, al centro di un crocevia che se sfruttato al massimo possono riportarci li dove il nostro retaggio merita di essere.
La domanda che adesso sorge spontanea è: con chi?
La situazione politica locale è in uno stato di apatia tale da rendere trasparente qualsiasi personaggio politico, e i partiti di carattere nazionale latitano. Uno dei due principali partiti di governo, il PD, si vede sul territorio dinanzi all’ennesima scissione; così dopo i governasti, filogovernisti e i nostalgici troveremo forse qualcuno che proporrà qualcosa. Ne dubito. L’altro partito, il M5S, vede nell’isolata attività del suo consigliere comunale l’unico tentativo di opposizione. A livello nazione, dei nove eletti del nostro collegio, l’unico che sembrava essersi interessato delle vicende lavorative locali si è spostato al Ministro degli Esteri, ancora non si è capito per fare cosa. La Lega gioca ad imitare il “capitone”, mentre Fratelli D’Italia vive una situazione similare al PD con divisioni interne che alle elezioni comunali si traducono in risultati da prefisso telefonico. Per il resto: il nulla!
Quindi è tutto perso? Assolutamente no.
Sembra paradossale ma forse la speranza viene proprio dall’amministrazione Lettieri. Non perché siano novelli De Gasperi, Churchill o Roosevelt, assolutamente no, ma la speranza è che un tale di sistema di potere, vuoto e vacuo di contenuti, che rappresentano possa ispirare a un risorgimento civico tale da far riprendere la città in mano agli Acerrani. Proprio per questo Lettieri non è il sindaco che Acerra merita, ma quello di cui ha bisogno per riaccendere una passione civica per opporsi a tale decadimento. Sperando che stavolta i “civici” che si proporranno non siano le solite vecchie maschere della politica Acerrana che sfruttano ogni mezzo, argomento o bellezza per fare voti, ma persone che mettano i temi davanti al proprio interesse personale. Speriamo!
Michele Paolella