Forse non ce ne siamo accorti, ma martedì scorso per noi campani è scoppiata una rivoluzione. Una rivoluzione silenziosa, certo. Né spari, né vetrine rotte. Nessuno scontro con le forze dell’ordine e neppure folle oceaniche urlanti slogan.
Niente di tutto questo. Piuttosto una tipica sceneggiata napoletana. La scenografia? Il palazzo del consiglio regionale al Centro Direzionale. Gli attori? I membri di quel consiglio. Il giorno? Il 17 Novembre.
La seduta, sulla carta nemmeno una delle più esaltanti, riguarda la formazione delle commissioni consiliari della regione. Permanenti e Speciali.
Una pura formalità, azzarderebbe qualcuno. Ma é proprio lì che si annida l’insidia più grande: il consiglio regionale decide di non rinnovare una commissione speciale che aveva, invece, formato nella scorsa legislatura, quella sulla Terra dei Fuochi. I consiglieri, eletti da meno di due mesi, decidono entusiasti per un accorpamento: se ne occuperà una commissione già esistente, la VII (“Ambiente-Energia-Protezione civile”)
Fin qui niente di strano, no? Apparentemente non ci sarebbe niente di più logico che attribuire il controllo e la gestione di un dramma ambientale senza precedenti alla commissione che ha l’obiettivo di salvare l’ambiente in cui viviamo.
Ma invece siamo in Italia, il paese della burocrazia, il paese in cui il tempo dedicato alle scartoffie “inutili” supera di gran lunga quello riservato all’azione concreta. E guarda caso proprio da questo tema si è deciso di partire per rendere più snello il nostro sistema amministrativo.
La questione qui é squisitamente politica: forse che la nuova consiliatura non ritiene l’emergenza della terra dei fuochi sufficientemente grave?
Stando al regolamento della nostra Regione, infatti, (basta andare sul sito per trovarlo) una commissione speciale ha il compito di curare, discutere e (si spera) risolvere “particolari problematiche” (art.31). Sono un’occhio di riguardo, un’attenzione speciale rivolta a un tema particolarmente complesso. Sarà che il presidente e i consiglieri hanno trovato la soluzione all’intricata questione? O forse hanno avuto paura delle parole finali del già citato articolo che indica quale materia di una commissione speciale “la trasparenza e il controllo delle attività della regione e degli enti collegati”?
Le commissioni speciali, infatti, sono presiedute da membri dell’opposizione e quindi svolgono anche un ruolo di controllo nei confronti dell’attività decisionale della giunta regionale.
La verità è che il dramma é ancor di più umano: noi campani, e ancor di più noi acerrani, ci sentiamo abbandonati a causa di questa decisione. Siamo tristi perché sembra che i nostri rappresentanti ci abbiano voltato le spalle. Quegli stessi rappresentanti che, forse con un pizzico di ipocrisia, avrebbero sfilato per le strade di Acerra il 18 Maggio scorso, quando era prevista la visita di Papa Francesco ai nostri territori proprio per parlare della salvaguardia della “casa comune”.
È un giorno triste questo. Per Acerra e per tutta la Campania.
Non ci resta che guardare a chi ancora crede nella possibilità di un futuro più bello e di un ambiente più pulito. Parlo del nostro Vescovo, mons. Di Donna che lo scorso 15 Agosto in Cattedrale chiedeva alla politica regionale e locale di ritrovare il coraggio di ascoltare la gente.
Noi, il popolo, siamo qui, pronti a far sentire il nostro grido di dolore.
Salvatore Di Nuzzo