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Dopo ventโ€™anni dalla protesta contro lโ€™inceneritore di Acerra la storia si ripete, ma dietro lโ€™angolo. Le vicende di cronaca degli ultimi anni hanno evidenziato quanto nella gestione della questione ambientale siano cruciali i valori della solidarietร  e collaborazione. Eppure, sebbene la tutela dellโ€™ambiente costituisca un valore costituzionale e i disastri ambientali

sempre piรน frequenti impongano un cambio di rotta, la gestione dello smaltimento dei rifiuti ancora costituisce un problema di pochi.

Il principio di solidarietร  non รจ di certo quello che ha ispirato la Regione Campania, avente una estensione territoriale di 13.595 km2, nella scelta, ancora una volta, di riversare sulla cittร  di Acerra e quelle ad essa limitrofe la gestione dei rifiuti di tutta la regione, costringendo le rispettive comunitร  a subire le consequenziali ricadute ambientali. A ventโ€™anni dalla celebre manifestazione contro il termovalorizzatore, giunge la scandalosa notizia del riavvio dellโ€™istruttoria per il finanziamento di un nuovo impianto per la gestione dei rifiuti a Maddaloni, che sarร  ubicato in unโ€™area adiacente lo scalo merci Maddaloni โ€“ Marcianise, al confine

con il territorio di Acerra. La soluzione di costruire un impianto di biodigestione a quasi un chilometro in linea dโ€™aria dallโ€™inceneritore รจ incompatibile con le esigenze di tutela della salute e dellโ€™ambiente di un territorio giร  martoriato da discariche di rifiuti ed emissioni inquinanti. Trattasi, per i territori interessati, di una condanna deliberata congiuntamente dallโ€™amministrazione regionale e locale, che continuano a fare scelte ambientali inadeguate, cosรฌ sprecando preziose

risorse economiche destinate alla conversione a processi e prodotti veramente sostenibili.

Lโ€™impianto che si vuole costruire a Maddaloni si inserisce in un piรน ampio progetto regionale, esplicato nel Piano dโ€™Ambito per la gestione integrata dei rifiuti urbani nella Provincia di Caserta del 2020, nel quale si legge che: <<La Regione ha giร  finanziato e provvederร  alla realizzazione di n.2 impianti di compostaggio aerobico di capacitร  complessiva pari a 24.000 tonnellate di FORSU ognuno. I due impianti saranno realizzati nei Comuni di Casal di Principe e di Cancello Arnone. La Regione prevede inoltre di realizzare n.1 impianto di Compostaggio aerobico/anaerobico con

produzione di Biogas con capacitร  di trattamento pari a 40.000 tonnellate di FORSU. Lโ€™impianto sarร  realizzato nel territorio della cittร  di Caserta รจ gestito dal SAD Caserta Capoluogo (SAD 1). Per chiudere il ciclo e rendere lโ€™intero territorio provinciale autosufficiente per il trattamento di

tale flusso omogeneo si ipotizza di realizzare un ulteriore impianto anaerobico/aerobico con produzione di Biogas con capacitร  di trattamento pari a 40.000 tonnellate annue di FORSU e 15.000 tonnellate di sfacci>>.

Dalla relazione generale al Piano dโ€™Ambito per la gestione integrata dei rifiuti urbani nella

Provincia di Caserta del 2024 si evince che il progetto iniziale si รจ evoluto, comparendo la cittร  di Maddaloni come luogo eletto per la realizzazione del biodigestore n.4: <<La Regione ha giร  finanziato e provvederร  alla realizzazione di: – n.1 impianto di Compostaggio aerobico di capacitร 

complessiva pari a 24.000 tonnellate di FORSU + 6.0000 di sfalci/strutturante. Lโ€™impianto sarร  realizzato nel Comune di Casal di Principe; – n.2 impianti di tipo anaerobico/aerobico con

produzione di Biogas con capacitร  di trattamento pari a circa 50.000 tonnellate annue di FORSU e sfalci. Tali impianti saranno realizzati nei Comuni di Cancello Arnone e Maddaloni>>.Quantunque nella denominazione vi sia il prefisso โ€œBioโ€, si sta nuovamente materializzando la costruzione nel nostro territorio di un impianto di notevoli dimensioni che ha un impatto ambientale complessivo non irrisorio, tenuto conto che lo stesso realizza un processo Biotecnologico, ossia

lโ€™applicazione alla produzione industriale di organismi e processi della biologia.

Innumerevoli sono gli studi scientifici che evidenziano quanto siano inutili e dannosi per lโ€™ambiente e la salute le centrali a biogas e gli impianti di biodigestione anaerobica, rispetto ai quali dovrebbe farsi applicazione del โ€œPrincipio di precauzioneโ€ ratificato nel 1992 dalla Convenzione di Rio de Janeiro e inserito nel Trattato dellโ€™UE. In applicazione di tale regola di condotta, gli Stati, ove non abbiano la certezza assoluta che un prodotto o un processo produttivo non presentino rischi rilevanti e irreversibili per lโ€™ambiente e la

salute, devono applicare misure dirette a prevenire il degrado ambientale, in modo che non intervenga una valutazione di pericolositร  a danni giร  prodotti, ossia in base alle malattie e alle vite sacrificate. Ciรฒ รจ ancor piรน vero in un territorio con un elevato tasso di mortalitร  come il nostro, nel quale grave รจ lโ€™assenza di un dibattito pubblico su un tema che รจ destinato ad incidere a lungo termine sulla vita quotidiana dei cittadini delle aree interessate, come la comunitร  di Acerra sta sperimentando sulla propria pelle da ben quindici anni.

Giancarlo Esposito coordinatore LEGA

Autore dell'articolo: L'Osservatore Acerrano

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